Page 50 - Nuovi poemetti
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LA MESSE


                                                              I

                                            I due fratelli con le due sorelle,
                                            stringendo il grano e le lunate falci,
                                            mietean le spighe e ne facean mannelle.

                                            Torceano spighe, per legar, non salci.
                                            E le stendeano. O vite, così stese
                                            le carezzavi con l'ombrìa dei tralci.


                                            L'erbe così, mentre fiorian, sorprese,
                                            moriano al sole; onde alle bestie grata
                                            si fa la paglia come fien maggese.


                                            Passava il padre tutta la giornata
                                            pei solchi, e ritte le mannelle in croce
                                            ponea, se l'erba già vedea seccata.


                                            Seguian nel campo l'opera veloce
                                            lieti i fratelli e le sorelle accanto.
                                            Ma non si udiva, o Rosa, la tua voce.


                                            Un canto, sì, di lodoletta, o un pianto.

                                                             II


                                            In ogni campo alzarono due tonde
                                            mete di spighe. Posero per prime
                                            quattro mannelle, le più grosse e bionde.

                                            Posero il calcio in terra, alto le cime;
                                            e poi, con le altre sopra quelle e intorno,
                                            fecero una gran cupola sublime.

                                            Mietean tre giorni. Sul finir del giorno,
                                            era finita. Placida la sera,
                                            erano i cuori placidi al ritorno.

                                            «Il grano è bello, e, di verdugio ch'era,
                                            secco sin troppo. Con quel sole, ha sete.
                                            Oggi la spiga ci parea leggiera»

                                            diceva il babbo, e soggiungea: «Vedrete!
                                            Il gran che il sole ora ha stremato e franto,
                                            poi si rifà la notte nelle mete,


                                            e s'enfia e s'empie, e peserà più tanto».

                                                             III



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