Page 55 - Nuovi poemetti
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IL CHIÙ
I
- Addio! - La notte, troppo grande il letto
era a Viola. Stava dal suo canto,
con incrociate le due mani al petto;
ma non dormiva. Non aveva pianto.
Dicea di quando in quando una preghiera.
Dormir, sognare, non volea; ché tanto...
non c'era più! Perché sognar che c'era?
non saper più, ma per un poco, appena,
ch'era partita al rosseggiar di sera?
La notte in cielo risplendea serena:
tra cielo e terra un murmure, uno spesso
palpito, l'onda d'un'assidua lena.
E Violetta si chiedea sommesso
dov'era quella che non c'era più.
Col dolce verso sempre mai lo stesso
le rispondeva di lontano il chiù.
II
Splendea lassù la gran luce di Sirio.
Recava odor di fiori pésti il vento.
- Ell'era andata a chi sa qual martirio!
Ora, dov'era? A lume acceso o spento?
Buon che le mise al collo, nell'aspetto,
quella sua croce piccola d'argento!
Ella doveva ora vegliar nel letto
sola con lui! senza sperare aiuto! -
Viola i panni si stringea sul petto.
- Che cosa avrebbe egli da lei voluto?
Qual piaga dare tenera e mortale
a quelle carni bianche, di velluto?
Qual pianto fa di quel ch'è ora, e quale
rimpianto mai di quel ch'un giorno fu!... -
Col mesto verso eternamente uguale
le rispondeva di lontano il chiù.
III
Quando cantò la prima capinera
nel puro cielo d'ambra e di viola,
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