Page 90 - La mirabile visione
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           che hanno bisogno dell'assurdo delle altre, per essere probabili .
           È indubitabile, la mia dichiarazione. Dante risponde umilmente al
           padre di Guido: gli dice: Faccio questo viaggio perchè mi sono
           fatto seguace, servo, discepolo di colui, che è mio duca, signore,
           maestro. E con ciò non dice, al padre di Guido, che questi non
           istudiò; bensì che non istudiò tanto da bastare a tal via. Dice
           soltanto che questi non si diede a tale umile e paziente studio a
           quale si era dato esso. E perciò l'arte, che da sè può esprimere ciò
           che occorre oltre l'ingegno, l'arte che è la parola al cui suono par
           destarsi dal suo letto il padre di Guido, l'arte di Guido non era
           quanta bisognava. Ma, pur nel fare un appunto al suo primo
           amico, Dante ponendo la causa invece dell'effetto, indicando lo
           studio piuttosto che l'arte, lo viene in certo modo a scusare. Lo
           studio i poeti sogliono (e solevano anche al tempo di Dante),
           quasi   per   proprio   istituto,   spregiarlo   o   sdegnarlo.   Essi
           preferiscono dovere i loro canti a qualche cosa che non è loro
           merito se l'hanno, come non è nostra colpa se non l'abbiamo, cioè
           all'ingegno; di quello che a qualche altra cosa che è nel poter
           nostro averla o non averla, e quindi è vero merito se l'abbiamo e
           vero demerito se non l'abbiamo: allo studio. Tant'è: e il padre di
           Guido, che ha l'orgoglio di padre, mostra anch'esso, con quel
           fissarsi sull'altezza dell'ingegno, di non aver presente allo spirito
           quell'altro termine del binomio e di non curarne più che tanto. E
           Guido stesso, ciò che di lui morto dice l'amico, se l'avesse potuto
           udir da vivo, oh! quasi quasi l'avrebbe ascoltato con piacere. Chè
           l'amico gli riconosceva ciò che non è in noi acquistare quando
           manca, e gli negava solo ciò che si può avere quando si voglia e
           da   chi   si   voglia.   E   poi,  forse!   poi,   non   del   tutto!   Virgilio
           personifica, sì, lo studio di Dante e l'amore; ma, ripeto, uno studio
           che fu lungo e un amore che fu grande. Andare col "savio gentil
           che tutto seppe" significa saper tutto. Udire da Virgilio tante


           64   È tanto decisiva, che basterebbe, invertendo il modo della dimostrazione, a
              provare che Virgilio significa studio.


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