Page 80 - La mirabile visione
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studio dell'arte per Dante consisteva nell'intento d'imitare il più da
presso possibile i poeti grandi cioè regolari. E tale studio gli diede
la potenza, riconosciutagli subito dal buon lucchese, di significare
a quel modo che l'Amore dettava. Dante viene a dire che in lui
"forma... s'accorda... all'intenzion dell'arte", perchè non è sorda,
"a risponder la materia". (Par. 1, 127) E ciò ottenne per quel
lungo studio e grande amore, che è adombrato in Virgilio studio e
amore. Questa sublime facoltà di scrivere, poetando, come sotto
dettatura, è espressa per tutte le due prime cantiche della Comedia
in altro modo: con andare insieme a Virgilio e udirne di presenza
le parole e notarle. Ma con questa facoltà, diremo, stilistica, nelle
parole a Bonagiunta egli indica, ripeto, un altro effetto della sua
imitazione prossima de' poeti grandi. Nella sua invettiva
giovanile contro i rimatori stolti, parla d'un verace intendimento
che ha da essere sotto la bella vesta di figure o colore, e d'un
ragionamento che ha a giustificare un tal uso; e nel suo trattato
teorico non disgiunge mai dall'arte le scienze, cioè la filosofia. La
frase "quando Amore spira noto" vale a indicare, mi sembra,
codesto scientiarum habitus, codest'abito filosofico, che è
appunto un consueto spirare dell'amore di sapienza, cioè filosofia.
Al che gioverà meditare questo passo: "Per amore io intendo lo
studio il quale io metteva per acquistare l'amore di questa donna
(la sapienzia o filosofia)... È uno studio il quale mena l'uomo
all'abito dell'arte e della scienzia; e un altro studio, il quale
nell'abito acquistato adopera, usando quello: e questo primo è
quello, ch'io chiamo qui Amore, il quale nella mia mente
informava continue nuove e altissime considerazioni di questa
donna (quella primaia scienza che è vera filosofia in suo essere -
2)". (Co, 3, 12) Sì, questo informare di continue, nuove e
altissime considerazioni nella mente è quello che Dante chiama
spirar d'amore. E insomma nel suo terzetto Dante dice a
Bonagiunta: Lo studio che mi mena all'abito delle scienze, cioè
della filosofia, e all'abito dell'arte, mi fornisce "continue, nuove e
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