Page 72 - La mirabile visione
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E Bonagiunta replica:
O frate, issa vegg'io... il nodo
che il Notaro e Guittone e me ritenne
di qua dal dolce stil nuovo ch'i' odo.
(Pur. 24, 49 segg.).
Dante fa vedere con la sua risposta d'avere sentita nella domanda
"Sei tu quel Dante?" un'altra domanda implicita: "come facesti a
trarle fuori, quelle rime così nuove per me e per quelli che
rimavano come me?" Questa domanda Bonagiunta non l'aveva
espressamente formulata, ma si leggeva in quell'aggiunto di
nuove alle rime, si leggeva in quell'accento di ricordevole
ammirazione (siamo nel Purgatorio, e l'invidia consueta dei
pitocchi e dei poeti non ha più luogo), col quale ripeteva a
memoria il grande cominciamento, Donne ch'avete. Perciò
risponde Dante a quel modo che altrimenti sarebbe sembrato
deviar dalla domanda, e invece sembra a Bonagiunta echeggiarle
bene e breve, sì che esclama; Issa vegg'io! Dunque Dante rispose
implicitamente alla prima domanda espressa; ed espressamente
alla seconda sottintesa. "Sì: ma la novità, codesta gran novità
(Dante non si pavoneggia mica avanti il suo modesto fratello! chi
può crederlo?) sta in questo, che io noto quando Amore spira e vo
significando a quel modo che detta". E questa è tutta la novità, e
così intende Bonagiunta: "ecco in che consisteva il dolce stil
novo, di cui non mi rendevo ragione quando vivevo, e
m'impediva d'assemprarlo un nodo, che ora vedo!" Ma questo
nodo che Bonagiunta, sebben tardi, vide, lo vediam noi? Noi
diciamo: il nodo era che il Notaro e Guittone e lor seguaci non
notavano la spirazione d'amore: ed erano invece imitatori di
provenzali; e non significavano nel modo schietto che Dante e
altri sapevano fare, anzi erano goffi e impacciati. Per essere esatti
bisognerebbe ripetere la spiegazione che dà Bonagiunta stesso:
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