Page 67 - La mirabile visione
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verità ella doveva sapere ch'egli era amico suo, non d'altri. (Inf. 2,
61) Questo gli poteva dire colui che lo guidava; un giovane in
bianche vesti, che spesso nella sua vita nuova gli s'era fatto
incontro nella via, e talvolta anche come peregrino in vil drappi:
Amore. Non sarebbe stato, a guidarlo, Virgilio; no: ma Virgilio
non significa nella Comedia studio cioè amore? anzi rispetto a
Beatrice piuttosto amore che studio? E dunque l'avrebbe guidato
il medesimo personaggio, sebbene con nome e vesti differenti; il
medesimo in sostanza, se non in apparenza. E la gentilissima
avrebbe concesso a Dante quel perdono, che nel libello giovanile
che racconta la colpa, non troviamo. In vero che effetto fu delle
parole adornate di soave armonia, nella quale era amore, e che
Dante mandò a Bice, come il suo signore gli aveva proposto?
(VN. 12) Nessuno; se pure tale effetto non fu il gabbo, quella
volta che l'amatore "tenne li piedi in quella parte de la vita, di là
da la quale non si può ire più per intendimento di ritornare". (VN.
14).
La donna non sapeva la condizione di Dante che se l'avesse
saputa, non avrebbe, dice egli, gabbata la sua persona, anzi molta
pietà le ne sarebbe venuta. Non la sapeva, e così gabbava "con
l'altre donne" sua vista. O non avrebb'egli trasformato questo
gabbo della sua donna tra altre donne, nel rimprovero ch'egli
soffrì, quand'ella gli si mostrò in su la divina basterna, tra le tre e
quattro donne, e tra i fiori e la festa degli angeli? (Pur. 30, 16)
Prima del gabbo, a lui parve sentire uno mirabile tremore... "nel
suo petto da la sinistra parte, e distendersi di subito per tutte le
parti del suo corpo", e dovè poggiare la sua persona ad una
pintura, e i suoi spiriti erano come morti ed egli era nel confine
estremo della vita e della morte. E così prima del rimprovero,
quando vide Beatrice, lo spirito suo (Pur. 30, 34)
che già cotanto
tempo era stato, ch'alla sua presenza
non era di stupor tremando affranto,
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