Page 62 - La mirabile visione
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LE NOVE RIME
Prima del 1290 Dante propose di prendere "per materia del
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suo parlare sempre mai quello che fosse loda di quella
gentilissima"; e questa era dunque "materia nuova e più nobile
che la passata", e come nuova "così troppo alta". (VN. 17 e 18)
Con le due canzoni, per ciò, tentò far già quello che prometteva di
fare nell'ultimo capitolo del suo libello: "più degnamente trattare
di lei". Con le due canzoni, quindi, e con altre che dovevano
seguire tentò fare quello che poi compiè con la divina Comedia,
se questa è accennata e annunziata in quelle ultime parole. Ora
egli pensò di parlare a donne in seconda persona. Nel che si deve
riconoscere che gli sarebbe stato malagevole indirizzar la lauda di
lei a lei. E pure sarebbe consistita, essa lauda, di rime d'amore,
poichè, anche dopo, Dante parlava "contra coloro che rimano
sopr'altra matera che amorosa". Ma il rimatore avrebbe avuto
"alcun ragionamento in sè di quello" che avrebbe detto, e
"domandato avrebbe saputo denudare le sue parole da cotale
vesta (di figura o di colore retorico) in guisa che avessero verace
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intendimento" . Certo è che già la prima canzone di tal lauda ha
51 Secondo il Lubin sarebbe stato nel 1289. La canzone è trascritta in parte
sopra un memoriale dell'anno 1292 del notaio bolognese Pietro Allegranza.
Ve la trovò il Carducci.
52 Si contradice a F P Perez, che si giova di questo passo, per dimostrare che
tutto è allegoria e simbolo nella VN. (Vedi ad esempio Gaspary). Si dice
che qui si tratta di personificazioni. Le quali, dunque (dico io), il rimatore
deve sapere denudare di cotal vesta. E così dunque negli esempi recati da
Dante di poeti, Virgilio avrebbe dovuto certo aprir per prosa che Aeole
namque tibi valeva, che cosa? Lucano "non senza ragione alcuna, ma con
ragione" avrebbe detto: Multum, Roma, tamen debes, e questa ragione
consisterebbe tutta, in che? nel dire, tu, o Roma, devi, invece che, Roma
deve? O guardate: lo scoliaste (vedi per ciò la V. N. del Casini, pag. 141) di
Lucano qui soccorre: tamen quod per illud (bellum) tantum rectorem
habemus, ideo etc. Dante forse non pensava che quel sì grande reggitore
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