Page 63 - La mirabile visione
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un verace intendimento sotto altra vesta. Invero la donna che vi si
           loda, è sì la donna che Dante aveva amata e amava, ma è posta a
           significare   la   sapienza,   cioè   la   speranza   dell'eterna
           contemplazione, cioè la speranza per la quale siamo salvi. E
           anche nella Comedia Dante dice d'essere stato salvo per opera
           della   speranza,   poichè   fa   cantare   agli   angeli,  in   te   Domine
           speravi, poichè chi lo soccorse, nel momento in cui aveva perduta
           la speranza dell'altezza, fu l'amor di quella stessa gentilissima,
           che significava pur la stessa sapienza e speranza. Nella canzone
           Dante dice che egli la avrebbe proclamata, tale sua salvezza per
           opera   della   speranza,   nello   inferno   ai   malnati.   Dunque   egli
           sarebbe stato nell'inferno, poichè tali parole là avrebbe detto, e
           non ci si sarebbe fermato, poichè era salvo e appunto proclamava
           d'essere salvo. Dunque per l'inferno sarebbe passato. Come nella
           Comedia. Dove, in vero, egli non dice a nessun malnato d'aver
           veduto Beatrice nè ciò ch'ella significa, sapienza o speranza della
           contemplazione; il che mostra che Dante non pensava allora a
           questo poema sacro così almeno come lo fece; ma però passa,
           appunto perchè è salvo, salvo per la speranza, da quella porta che
           è aperta ma ha al sommo, "lasciate ogni speranza"; il che mostra
           che il concetto espresso nella canzone è simile a quello espresso
           nella Comedia. Per l'inferno sarebbe passato: dice chiaramente
           nella canzone prima. Come? Nella Comedia egli entra e passa
           morendo: e noi vediamo che nella seconda canzone di questa
           giovanile tragedia, sì, muore. E vede la gentilissima, morta anche
           lei; e la vede morta corporalmente e viva spiritualmente; vede un
           corpo sotto un velo, e vede una nebuletta avanti ad angeli. Dante


              fosse Nerone o pensava che il concetto di Lucano fosse "che le guerre civili
              avevano   portato   alla   monarchia".   Superfluo   ricordare   i   sensi   mistici
              attribuiti all'Eneide. Per questi, e per altri, attribuiti alla Farsalia, vedi di
              Dante stesso il Co. 4, 26, 28. Dante dice che tali personificazioni non si
              adoperano che in poemi i quali hanno ben altro intendimento di quel che
              paia, e così non si debbano adoperare in rime (d'amore, per forza) se non
              per coprire di tal veste un altro senso.


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