Page 60 - La mirabile visione
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stesso possa rimproverare o compiangere l'amante, di ciò che
           proprio esso gli consigliò o gli approvò. Noi troviamo la cosa
           inverosimile e strana, pensando a queste due persone, il peregrino
           e il giovine, che sono la stessa persona, ora male ora ben vestita;
           ma questa persona, non è un di noi; è un simbolo; non è un uomo
           ma uno accidente in sustanzia, una passione, l'amore. E il suo
           consigliare o approvare, come il suo rimproverare o compiangere,
           sono rappresentati come parole, ora in volgare ora in latino, d'una
           persona, ora in vil drappi ora in bianche vesti, ora peregrino, cioè
           errante (che sbaglia, tradurrei io, non che va da questa a quella),
           ora seduto, cioè, forse, costante; ma sono fatti intimi dello stesso
           Dante, il quale dalla stessa impeccabile passione ha avuti ora
           cattivi   ora   buoni   suggerimenti.   In   verità   Virgilio   lo   dice
           chiaramente: (Pur. 17, 103)

                       esser conviene
                     Amor sementa in voi d'ogni virtude,
                     e d'ogni operazion che merta pene.


           E questi due fatti intimi, che Dante adolescente racconta di sè,
           sono dunque simili a quelli ch'egli racconta come avvenuti nel
           mezzo del cammino di sua vita. La Comedia s'impernia su tali
           due fatti: uno smarrimento e un ritrovamento; un peccare e un
           pentire. E il peccare, in essa, non è meno, che nella narrazione
           giovanile,  un   suggerimento  d'amore.  Beatrice  parlando   di   lui
           come d'amico suo, e pure, al sommo del monte, rimproverandogli
           d'essersi dato altrui, riconosce quel che Dante esprime nella sua
           Ballata, che sebbene abbia "altra guardata", tuttavia "e' non mutò
           'l core". Sì: pargolette e altre vanità della Comedia non sono
           disformi   dagli   schermi   e   difese   della   Vita   Nova,  simulacra,
           imagini di ben false, suggerite dall'amore: il quale in verità era
           sempre   fisso   nell'unica   Beatrice,   cioè,   come   spiega   nella
           Comedia, nel bene del suo soggetto (Pur. 17, 106).
              Appresso la visione, donde uscì la ballata "de lo perdonare", e


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