Page 54 - La mirabile visione
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Ma (si dirà) nella Vita Nova Dante poteva dire che il suo cuore
non mutò; il che non poteva ripetere nella Comedia. In verità tutti
i rimproveri di Beatrice s'accentrano in quello d'incostanza, in
quello di manco di prudenza per aver preferito donne sia pur
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gentili a lei gentilissima . Ora qui, in questo antico episodio, non
si tratta d'incostanza (s'insisterà), poichè le donne che Dante
passava per aver amate preferendole alla gentilissima, non erano
più che schermi e difese dell'amor suo. (VN. 5, 7, 9, 10). E
tuttavia, che vuol dir egli Amore con quelle sue parole
pronunziate piangendo (12): "Ego tamquam centrum circuli, cui
simili modo se habent circumferentiae partes; tu autem non sic"?
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che vuol dir egli, se non che l'amatore era incostante ?
Ma qui noi chiediamo: In che modo Amore poteva far tale o
tal altro rimprovero a Dante, s'era stato lui a suggerirgli il
secondo schermo, approvando così implicitamente anche il
primo? Il che riconosce da sè, quando appare nella camera,
dicendo, simulacra nostra. Invero questo dolcissimo signore gli
era per via apparso nell'imaginazione (VN. 9) "come peregrino
leggeramente vestito, di vil drappi. Elli gli parea sbigottito, e
guardava la terra, salvo che talora li suoi occhi gli parea che si
volgessero ad un fiume bello e corrente e chiarissimo, lo quale
sen gìa lungo questo cammino là ov'egli era". O, per usare (che è
più sicuro) i versi, più antichi e sinceri della prosa, egli trovò
Amore
46 Vel. pag. 28.
47 Giuliani: "Io duro costante, non così tu: io rimango sempre lo stesso, non
mi muto mai per diverse che sieno le circostanze in cui m'aggiro, ma tu
invece ti cambi di frequente". Il Witte: "un amico amore manda i suoi raggi
ugualmente a tutte le parti della circonferenza, cioè si manifesta
ugualmente in tutte le azioni dell'amante, ma le tue azioni hanno più d'un
centro". Queste due spiegazioni implicano il concetto d'incostanza e
imprudenza. E l'implica anche quella del Notter: "Amando Beatrice
mortale, oppure quel che in lei è mortale e non iddio, tu non sei ancora nel
vero centro del tuo essere, cioè in me, che sono iddio".
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