Page 51 - La mirabile visione
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presente, e che è sì cortese che anche non chiamata, risponde; e
           chiamasse misericordia a quella in cui è misericordia.
              A   ogni   modo,   anche   se   si   deve   intendere   che   Dante
           s'addormenti dopo l'invocazione angosciosa alla sua donna e ad
           Amore, e addormentato abbia la visione d'Amore, ciò si riscontra
           con la Comedia, non meno di quello che si riscontrerebbe, se la
           donna della cortesia fosse la Donna Gentile. Poichè se, nella
           Comedia, la Donna Gentile chiede Lucia cioè la Grazia, e questa
           ricorre a Beatrice, e Beatrice invia Virgilio a colui che aveva
           perduta   la   speranza   e   piangeva   e   s'attristava   in   tutti   i   suoi
           pensieri; in tale dramma è implicito un grido mandato dall'anima
           di Dante. La Donna Gentile può aver precorso il domandar di
           Dante; sta bene, poichè è di lei consueto; ma come? Chiedendo
           Lucia, cioè la Grazia; e la Grazia opera appunto nel cuore di
           quegli   cui   è   data,   sebbene   gratuitamente   data,   cioè   data   per
           suggerimento di una che precorre il domandare. E questa Grazia
           operò richiamando, nel cuor del suo fedele, Beatrice, cioè la già
           tanto amata Sapienza, la quale gli suggerì lo studio, o amore di
           lei, per qualche anno dismesso. La volontà di Dante entra dunque,
           a ogni modo, in questo affannarsi di donne celesti e in questo
           accorrer dell'Ombra a lui. Volle, egli, esser salvo, e d'esser salvo
           chiese; chiese per una grazia che gli fece la Madonna di cui era
           devoto. Per essere anche più chiari ed esatti, nel tempo che
           perdeva   la   speranza   dell'altezza,   lo   soccorse   "la   speranza
           dell'eterna contemplazione", la quale, per essere personificata in
           una Beatrice, non è però meno un fatto intimo dell'anima di
           Dante: Dante sperò, dunque. E ciò è tanto vero che subito dopo i
           primi rimproveri di Beatrice, gli angeli, quand'ella tace, cantano:
           In te, domine, speravi. (Pur. 30, 83). E dunque, si rivolgesse egli a
           Maria o a Beatrice, alla fonte della speranza o alla speranza
           stessa,  Dante  fece   allora,  con  quella   invocazione,  un   atto  di
           speranza tal quale fece poi nel perdere la speranza dell'altezza.
              Se nella Comedia è fedele, oltre che di Beatrice, anche di



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