Page 48 - La mirabile visione
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Non era forse nell'Apostolo morta Rachele e mancante ogni
           senso di umana ragione, quando diceva: Scio hominem, sive in
           corpore, sive extra corpus, nescio, Deus scit, raptum huiusmodi
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           usque ad tertium caelum !
              ... Ma a questo terzo cielo che trascende ogni modo dell'umana
           ragione, non possono da sè stessi venire neanche coloro che
           sanno ascendere a' cieli e discendere insino agli abissi; ma solo
           possono dove, per la partita della mente (per mentis excessum),
           sono rapiti sopra se stessi".
              Dunque   la   morte   di   Rachele   è   dichiarata   come  mentis
           excessus. E mentre tale mentis excessus si può dichiarare come
           una morte di sè, in quanto l'anima esce dal corpo per virtù
           dell'estasi,   si   vede   che   fu   ravvisato  in   figura   nella   morte   di
           Rachele, della donna bella e amata. E anche dunque, con questo
           esempio, noi ci rendiamo ragione come Dante il quale già nella
           sua donna aveva veduta "la speranza della contemplazion di Dio",
           ossia la sua Rachele, continuando la canzone  Donne che avete
           con la canzone Donna pietosa, faccia di sognare e che esso muoia
           e che muoia Beatrice. Esso esce dalla sua mente, cioè muore; la
           sua mente esce e parte, cioè muore la sua donna.
              Ma ecco che, tutto sommando, noi dobbiamo concludere, non
           che scrivendo la prima canzone Dante pensasse alla Comedia
           futura, ma che scrivendo la prima, così augurale come esso dice
           che è, e continuandola con la seconda, egli veniva a trattare con
           quelle lo stesso argomento che trattò poi con la Comedia. E
           aggiungiamo, che se Dante, tratto dalla natura del suo soggetto,
           ricorreva al complicato mezzo di sognare, in un delirio d'infermo,
           morta   la   sua   donna,   la   cui   morte   era   necessaria   alla   sua
           figurazione; se ricorreva a questo mezzo, e sia pure che avesse
           veramente delirato e sognato, poichè certe coincidenze non sono

           44   Notevole il fatto, segnalato dal Perez, che l'autore dell'Epistola a Can della
              Scala ricorda e questo passo di S. Paolo e il nome di Riccardo da S. Vittore.
              È un fatto in favor dell'autenticità che vale quanto molte argomentazioni,
              quanto si vogliano sottili, contro.


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