Page 44 - La mirabile visione
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passa un fiume, morendo; lo passa coi segni della morte di Gesù,
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e si trova morto nel regno dei morti . L'Ombra conduce il morto,
e lo conduce a quella che egli ama, a una donna morta.
Ebbene la canzone seconda della Vita Nova contiene una
visione in cui queste idee di morte si rincorrono e s'intrecciano
come in quella più alta visione della Comedia. (VN. 23, c. 2).
Dante era infermo e "chiamava spesso morte". Una donna pietosa
si mise a piangere. Altre donne fecero partir via quella, e si
diedero a consolar lui, che si riscuote dalla sua "fantasia" col
nome di Beatrice più nel core che sulle labbra. E riscosso, narrò
alle donne ciò che aveva veduto e udito in sogno o in delirio. Egli
pensava alla brevità della sua vita, quando Amore gli pianse nel
cuore: "ben converrà che la mia donna mora". Chiuse gli occhi
"vilmente gravati", e allora delirando vide
visi di donne... crucciati
chè gli dicean pur Morràti, morràti .
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Poi vide nel vano imaginare "cose dubitose molte". Gli parea
d'essere non sapeva "in qual loco". Nella prosa egli spiega in qual
loco gli pareva d'essere, perchè dice: "M'apparvero certi visi
diversi e orribili a vedere, li quali mi diceano - Tu sei morto! -
Così cominciando ad errare la mia fantasia, venni a quello, che
non sapea ov'io mi fossi". Io ricordo il viatore oltremondano che
dopo aver patita la morte mistica, l'alto sonno, tra il terremoto
della redenzione, e il vento e il lampo battesimale, si riscuote e
39 Vel. passim spec. 49 sgg.
40 La lezione di questo verso è assai incerta. "Pur" non può significare
"ancora", dice il Rajna, che perciò interpunge col d'Ancona
che mi dicean pur: Morrati, morrati
Il Casini vuole che "pur morrati" sia mantenuto, per far riscontro al "Tu pur
morrai" della prosa dichiarativa. Ma come "pur morrati" valga "tu pur"
ossia "tu solo" non si vede.
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