Page 47 - La mirabile visione
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della donna che è speme, alla spes aeternae contemplationis di S.
Agostino, la quale è istessamente luminosa sapienza, di cui ogni
piamente studioso è innamorato. Dice d'essa il santo padre che
subito noi vorremmo giungere alle delizie della bella e perfetta
sapienza; "ma ciò non è possibile in terra morientium". Dante
nella canzone seconda, si raffigura moribondo e in atto di
chiamare la sua donna. E dove o quando è possibile vederla?
Quando s'è sciolti dal corpo e dove si sia puri spiriti. Perchè?
Perchè (risponde il santo padre con le parole del libro della
Sapienza), perchè "il corpo corruttibile aggrava l'anima e l'abitar
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in terra deprime il senso che a troppe cose ha da pensare" .
Morire, dunque, bisogna, se si vuol vedere la bella e perfetta
sapienza. Ma se ella è incarnata in una donna di quaggiù, come si
potrà vederla da morti, se non è morta anche essa? Questo
semplice ragionamento può da sè aver indotto il poeta, s'e' voleva
continuare la figurazione del suo concetto mistico, a sognare
morta la sua donna nel tempo istesso che figura morto sè; ma può
avervelo condotto anche altro. Se la sua donna era per Dante ciò
che Rachele per Giacobbe egli può aver seguito un mistico,
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Riccardo di San Vittore, nello imaginarla morta . Invero questi
così discorre: "Per Beniamino propriamente s'intende l'atto della
intelligenza pura, la intuizione delle cose che non cadono sotto i
sensi, e che sono senza mistura d'imaginativa. Una mente che
arde di questo desiderio, e spera, sappia che ha già concepito
Beniamino; quanto più cresce il suo desiderio più si approssima
al parto. Beniamino nasce e Rachele muore; imperocchè, come la
mente è rapita sopra se stessa, si sorpassano i limiti d'ogni umana
argomentazione, e non appena vede in estasi il lume divino, la
umana ragione soccombe. Questo è il morir di Rachele dando a
vita Beniamino.
42 Aur. Aug. contra Faustum XXII 53: Quamlibet enim acute sinceriterque
cernatur a mortalibus incommutabile bonum adhuc corpus quod
corrumpitur etc. (Sap. 9, 15).
43 Ciò è in Perez, La beatrice svelata, XII.
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