Page 52 - La mirabile visione
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Lucia, nella Vita Nova è fedele d'Amore. Fedele d'alcuno è sì qui
           e sì là, dunque; e se giovasse insistere, si potrebbe dimostrare che
           non c'è molto divario tra esser servo della Grazia di Dio e di
           Beatrice, ed essere servo del "Signore de la nobilitade". Ma, in
           fine, io non voglio se non trovare le traccie della Comedia nella
           Vita Nova; le traccie prime, non il disegno perfetto. E quali sono
           in  vero  queste  traccie!  Virgilio  è   studio  e  amore,  ed  è   "del
           magnanimo quell'ombra", che caccia ogni viltà dal cuore del suo
           discepolo. E lo Amore della Vita Nova, non è il signore della
           nobilitade? cioè non viltà, cioè magnanimità? E Virgilio dice
           sovente, Figliuolo, a Dante, e Dante dice, Padre, a Virgilio; e
           nella Vita Nova Amore chiama sospirando il "pargoletto battuto,"
           e gli dice: Fili mi. E Dante è nella Vita Nova figlio e anche servo
           o fedele d'Amore, come nella Comedia è di Virgilio, oltre figlio,
           anche servo, se Virgilio è suo signore. E poi questo giovane
           vestito   di   bianchissime   vestimenta   dice   di   Beatrice,  Quella
           nostra, e professa di poter ragionare a lei: - "e di ciò chiama
           testimonio colui che lo sa, e come tu prieghi lui che gli le dica: ed
           io, che son quelli, volentieri le ne ragionerò" onde il poeta dice
           alla sua Ballata; (VN. 12 b. 1)


                     Ballata, i' vo' che tu ritrovi Amore,
                     e con lui vadi a madonna davanti...


           Ebbene anche Virgilio parla con Beatrice e a Beatrice riconduce
           Dante. Ma c'è  di più. Dante "per altro viaggio" è giunto al
           cospetto di Beatrice. Ella è adirata con lui. Perchè? Perchè aveva
           volti (Pur. 30, 130)

                             i passi suoi per via non vera
                     imagini di ben seguendo false.

           E poi ella si spiega più particolarmente, accennando a pargolette e
           altre vanità. (Pur. 31, 58) E Dante ascolta i rimproveri con sospiri


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