Page 45 - La mirabile visione
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guarda e riguarda dritto levato "per conoscer lo loco" dov'era. Era
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nella gran tomba . Non anche nella sua "nova fantasia"
d'infermo? E anche qui sente lagrimare e tragger guai in foco di
tristizia, come là, non appena fu dentro alle segrete cose. E poi
qui vide oscurarsi il sole ed apparire i segni del grande
sconvolgimento, quali sono nell'Apocalissi e in parte alla morte di
Gesù: la terra trema qui, come nel passaggio dell'Acheronte; qui
s'oscura il sole, là buia è la campagna; qui piangono sole e stelle,
là lagrimosa è la terra (nè sole nè stelle sono laggiù). Un "omo"
appare "scolorito e fioco" tra quell'oscurarsi, piangere, cadere,
tremare; e non si può non pensare a colui che "per lungo silenzio
parea fioco" e disse: - Non uomo, uomo già fui - . E quest'"omo"
annunzia la morte della donna "che era sì bella", mentre l'altro
che uomo non era ma era stato, ed era pur fioco anch'esso, viene
da parte d'una donna beata e bella, di quella donna medesima
ch'era più bella che mai, poichè, sì, era morta. E qui Dante invero
la vede tornar su con gli angeli nella sua patria celeste:
Levava gli occhi miei bagnati in pianti
e vedea, che parean pioggia di manna,
li angeli che tornavan suso in cielo,
ed una nuvoletta avean davanti,
dopo la qual gridavan tutti - Osanna.
Gli angeli avevano da Dio impetrato ciò che chiamavano.
Dante si trovava (ma nel fantasticare vano d'un delirio) nella
condizione prevista da Dio: egli ha perduto "lei". Amore in fatti
(e chi è quest'Amore se non quell'omo scolorito e fioco?, ma
Dante, nella prosa, dice prima alcuno amico e poi il cuore ov'era
tanto amore) parla a Dante ed esclama:
Vieni a veder nostra donna che giace.
41 Vel. Il passaggio dell'Acheronte, pag. 69-103.
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