Page 39 - La mirabile visione
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verbo è nella frase di San Paolo che il Dottore riporta, e che è il
fondamento di tutta quella dottrina della speranza.
La quale dottrina indubbiamente è riflessa in quella stanza. Per
vero sono in essa nominati i due ordini di esseri, ne' quali non può
aver luogo la speranza: i beati del cielo e i malnati dello inferno.
È in essa un chiedere, un gridar merzede, un chiamare che
specchia questo concetto: i beati sperano per gli altri la
beatitudine. E vi è una pietà che difende la parte di qualcuno, la
nostra, quella degli uomini; e questa pietà non è dissimile
dall'amor di carità, che si dice dal Dottore essere la virtù, per la
quale i beati sperano la beatitudine per gli altri. E Dio dice: La
vostra speme stia laggiù; ossia non stia nel cielo. È lo stesso
concetto che in Par. 33, 10:
Qui se' a noi meridiana face
di caritade e giuso, intra i mortali,
se' di speranza fontana vivace.
E il Dottore dice che nel cielo non è la speranza e dice che c'è
l'amor di carità; che la carità è sì nel cielo, mentre la speme
dimora là, dove... da noi, insomma, viatori della vita, non in cielo
non tra i beati. E aggiungo, per sommergere ogni dubitare, che il
passo di San Paolo, di cui una frase è citata dal Dottore, suona
così nella sua interezza: "Spe enim salvi acti sumus. Spes autem
quae videtur, non est spes: nam quod videt quis, quid sperat?"
Nel qual passo si osservi per ora la locuzione, soltanto la
locuzione: "la speranza che si vede, non è speranza". E Dante
dice, al contrario "io vidi la speranza!".
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Ma traduciamo in nostro umile linguaggio il mito teologico ,
quale da questi raffronti sospettiamo subito che ci sia, come del
resto, anche senza raffronti, ognuno pensava che ci fosse. È un
dramma in cielo. Il Poeta dice: "Donne voglio dirvi in che modo
34 Ne trovammo altri. Leggasi per esempio il mito del lume che è tenebra in
Vel. pag. 67.
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