Page 501 - La mirabile visione
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(nella Tragedia la morte si fingeva) veramente. Dante, dopo
averla pianta, si commoveva della pietà che una Donna gentile
mostrava per lui. Dopo un traviamento, così leggero così
attenuato come quel primo o quei primi, che erano amori simulati
e schermi e difese, cioè simulacra, cioè imagini di bene false;
dopo un traviamento così scusabile, perchè ispirato da non altro
che pietà, sentimento buono se altri mai; Dante tornava, in pianto,
a Beatrice morta, e la vedeva beata in cielo. Il traviamento fu
vero? la Donna gentile era una donna reale? È lecito dubitarne. Si
ispirava Dante, anche questa volta, alle Confessioni, e anche
questa volta voleva trattare di quel decisivo torcersi del tallo.
Questa volta poneva la crisi dell'anima sensitiva alla fine
dell'adolescenza o meglio al principio della gioventù; un anno
dopo la morte della gentilissima. Ritornava in sè quasi subito, alla
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fine del terzo novennio della sua vita . Poichè nel libello, che è
come un proemio alla futura Comedia, introduce anche i
traviamenti primi, avvenuti in vita di Beatrice, si può arguire che,
seguendo in parte Agostino che a diciott'anni è preso d'amore per
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la sapienza e poi per un novennio è sedotto e seduce , dei tre
novenni assegnasse uno alla puerizia incosciente, un altro alla
bontà, il terzo alle seduzioni, finchè la morte di Beatrice lo fa
tornare in sè, non senza un ultimo traviamento, il più inescusabile
e più doloroso di tutti, perchè a Beatrice, con la morte, era
cresciuta bellezza e virtù.
E si diede dunque, più fervorosamente, allo studio, e più che
mai risolvè nel suo cuore di dar la vita alla contemplazione, non
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all'azione . Studiò, segregato dal mondo, trenta mesi. Nel 1295
abbandonava la via sino ad allora seguìta, rinunziava al proposito
fatto e confermato, e si metteva nella via della vita civile o del
mondo, la quale di lì a qualche anno doveva imparare a sue spese
583 Pag. 108.
584 Vedi a pag. 108 sgg.
585 Cap. XII Per via non vera.
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