Page 496 - La mirabile visione
P. 496
Un punto vidi...
Ma il punto è uno e trino: raggia lume, e il lume affoca: luce e
amore. Intorno all'uno si aggirano i nove cerchi d'angeli,
distribuiti ne' tre ternari della potenza, della sapienza e
dell'amore. Nel primo Mobile Dante coi Serafini, che è il cerchio
che più ama e più sape, contempla l'unità di Dio, che pure è trino:
(29, 142).
Vedi l'eccelso omai e la grandezza,
dell'eterno Valor, poscia che tanti
speculi fatti s'ha, in che si spezza,
uno manendo in sè, come davanti.
E Dante è nell'Empireo. Vede l'alto trionfo del regno verace:
vede la rosa, vede il convento delle bianche stole. Un gran seggio
è preparato per l'imperatore; per l'uno in terra. (Par. 30) Restano i
tre canti ultimi. Dante s'apparecchia alla visione ultima, a cui è
salito a mano a mano: deve vederla "la trina luce in unica stella".
(31, 28) Beatrice non è più presso lui. C'è un sene, che sembra un
tenero padre e gli parla come a figlio. È mandato da amore (31,
16) e da carità. (ib. 110) Mostra a Dante (nel canto 31) Maria tra
più di mille angeli, raggiante un caldo calore; (ib. 140) e la
disposizione dei beati (nel 32), secondo che credettero in Cristo
venuto o venturo, in Cristo il cui nome tre volte risuona (ib. 83); e
finalmente, dalla Vergine gli impetra la suprema visione della
luce eterna. (nel 33)
Negli ultimi giorni della sua vita Dante scriveva queste ultime
parole. Si credè che il paradiso ch'egli chiamava il suo peana, non
lo avesse compito: Vulnere saevae necis stratus ad sidera
tendens .
570
570 Ricci U. R. p. 259. Vedi in questo libro a pag. 257. L'argomento principale
che conferma la verità sostanziale del racconto Boccaccesco, è quel verso
496