Page 500 - La mirabile visione
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Beatrice. Ciò nel suo anno vigesimo quinto, nel 1290, quand'egli
           stava per lasciar l'età adolescente. Il suo traviare, vero o non vero,
           era avvenuto a mezzo, presso a poco, del cammino della sua vita
           nuova. E così avrebbe mostrato (questo era il verace intendimento
           delle Rime nove) che facilmente nell'anima semplicetta si torce il
           tallo o appetito sensitivo, il quale, se non si raddrizza o riferma
           nella sua stagione, fa che il seme, quanto si voglia buono, dia
           amari frutti nella vita. Ma quest'argomento non era una mera
           speculazione astratta e nemmeno un trattato puramente morale:
           Dante s'ispirava già al Liber Sapientiae, e certo, a esempio di quel
           libro che è in persona d'un re e si volge ai giudici della terra, egli
           voleva insegnare al mondo come governarsi per essere felice.
              Quando, Beatrice morì, e la Tragedia restò a mezzo. Dante che
           per la necessità del suo soggetto aveva finta poetando la morte di
           Beatrice e la sua (e con ciò le sue rime erano usate di portar
           letizia), ora pianse la morte vera, e su quella non seppe più
           accomodare la sua ultro-umana concezione. E pare che del suo
           intendimento morale e politico volesse fare un trattatello in latino,
           con   istile   biblico,   una   specie   di  Liber   Sapientiae,   ispirato
           profeticamente,   rivolgendosi  ai   principi   della   terra,   a   cui   si
           rivolge Salomone e di cui parla Geremia.
              Non corre molto tempo; e Dante, nel 1292 o giù di lì , mette
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           insieme il suo libello, accogliendovi, delle rime fatte sino ad
           allora, alcune, e vigliandone altre: il tutto collegando con un
           racconto e comento in prosa. Ciò perchè aveva riconcepito il suo
           primo disegno. Invero gli s'era presentata una Mirabile Visione,
           per la quale narrare degnamente, molti anni occorrevano e molto
           studio.   In   tanto   mettendo   insieme   quelle   prime   poesie   e
           collegandole   e   lumeggiandole   con   quella   prosa,   segnava
           l'antefatto del futuro poema. Il quale non differiva gran che, nel
           suo principio essenziale, da quel che fu la divina Comedia e da
           quel che doveva essere la giovanile Tragedia. Beatrice era morta

           582   Cap. IX Beatrice beata, e XI La Vita nova.


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