Page 505 - La mirabile visione
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poesia latina. Se fosse così, in quest'ultimo modo; poichè la
finzione pastorale varrebbe a indicare per l'un de' due, cioè per
Dante, anche il proprio genere di poesia latina ch'egli vuol
coltivare e coltiva, cioè la poesia latina bucolica; la finzione
pastorale dovrebbe valere anche per l'altro, cioè per Giovanni: a
indicare che cosa? un genere pastorale più elevato? bovino e non
ovino? Ma il maestro Bolognese non aveva mandato all'esule
Fiorentino un saggio di poesia pastorale o mandriale; sì di poesia
latina in genere, o di sermo, anzi epistola, in ispecie. E perciò se
chiamar mandriano di bovi Giovanni non è affermarlo poeta
bucolico, ma latino, così chiamar sè pastor di pecore non è
affermarsi poeta bucolico, inferiore o no, ma volgare. Inoltre
chiaramente Dante allude nella sua ecloga al peana con cui
comincia il paradiso e che riecheggia a principio del canto XXV,
del canto della speranza per cui fu salvo. Perciò è certo che a
Giovanni, ammiratore di lui e delle prime due cantiche del poema
volgare, a Giovanni che tuttavia chiedeva a Dante qualcosa di più
alto e più negato al volgo e più cònsono alla grande arte degli
antichi, egli prometteva l'ultima cantica del poema sacro, con la
quale il Poeta, chiaramente a principio del primo canto e del
vigesimo quinto, pronunziava ch'egli aveva attinte le cime
dell'arte e aveva guadagnata la fronda peneia e il nome di poeta.
E questa vecchia interpretazione diventa più che mai
indubitabile, quando si consideri che nell'ecloga è detto come
Dino Perini non sappia di latino, almen tanto da leggere da sè la
epistola di Giovanni del Virgilio, la cui poesia (di mandriano di
bovi) è separata dal vulgo mediante l'alveolus che solo chi sa di
latino può passare. Ma l'ovis del pastore di pecore, questa sì, è
conosciuta dall'umile amico; dunque non è un'ovis latina. Oh! ella
è l'ovis gratissima all'autore di tanti sonetti e ballate e canzoni e
di due cantiche del poema sacro; ella è l'ovis facile ed agevole a
mungersi dal divino pastore di pecore che in sì breve tempo
compie sì lunga opera; ella è l'ovis così ricca di latte quale noi
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