Page 499 - La mirabile visione
P. 499
Bice era una donna reale, ma a Dante negata o vietata. E Dante
allora trasfigurò, ispirandosi a un'altra opera di S. Agostino (ai
libri contro Fausto il qual Fausto è ricordato nelle Confessioni),
579
in Sapienza o Speranza dell'eterna contemplazione . Essa, la
Rachele del patriarca, non si può vedere, se non morendo, se non
580
liberandosi del grave involucro corporeo . E così Dante in due
canzoni, che di quel primo disegno ci rimangono, cantava, nella
prima, come Beatrice fosse codesta speranza, per cui l'uomo si
salva, nella seconda, come egli avesse sognato ch'ell'era morta e
che esso moriva, raggiungendo così la sapienza. Queste canzoni,
specialmente, se non esclusivamente, costituivano le nove rime
scritte con dolce stil nuovo o bello stile, che gli fece onore, e
ch'egli dedusse dallo studio dei poeti regolari e grandi . E poichè
581
questi un verace intendimento filosofico (e in ciò stava la loro
eccellenza) solevano coprire d'una vesta di figura o colore
retorico, anch'esso d'una simil vesta copriva un intendimento
profondo, pieno di mistero. Dalle poesie e prose (ma meglio dalle
poesie) che nel libello giovanile precedono e seguono le due
canzoni Donne che avete e Donna pietosa, s'inducono altri
particolari di questa cotal tragedia che Dante non compiè. Nella
via della contemplazione, nella quale s'entra morendo, Dante era
probabilmente guidato da Amore, da quell'amore che gli si
mostrava ora in figura di un signore di pauroso aspetto in mezzo a
una nebula di colore di fuoco, con nuda tra le braccia la sua
fanciulla, ora come peregrino leggermente vestito di vil drappi,
ora come un giovane piangente vestito di bianchissime
vestimenta: era guidato da Amore a impetrare il perdono della
donna amata. Incontrava, forse, in questo cammino prima
Giovanna la precorritrice, ossia la Primavera, che è l'Arte che
prima verrà della Sapienza. Dopo, avrebbe veduta, uscito di sè, la
579 Cap. III. La speranza de' beati. Di Fausto si narra in Conf. V 3 sgg.
580 Cap. IV. Mentis excessus. Cap. V. I simulacri d'amore.
581 Cap. VI. Le nove rime. Cfr. Vel. pag. 479. Vedi questo libro pag. 275 e cap.
VII Lo stil nuovo, e VIII Guido e il suo disdegno.
499