Page 498 - La mirabile visione
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           anni dopo, iuxta Sarni fluenta , cioè lungo il medesimo fiume
           d'allora. E quest'ultima circostanza spiega benissimo, come a un
           tratto, quasi in un baleno, negli stessi luoghi a lui venisse la stessa
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           ispirazione .
              Il primo disegno era questo. Dante ispirato dalle confessioni di
           S. Agostino, il quale narra come di buono divenisse cattivo e di
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           cattivo tornasse buono e migliore e ottimo , imaginava o narrava
           d'essere   stato   ingannato,   nella   sua   adolescenza,   dall'amore,
           incolpevole,   sementa   come   d'ogni   virtù   così   d'ogni   vizio,   e
           d'essere stato distolto di amar Beatrice; e poi di ritornare a lei
           pentito .   Per   mostrare   che   l'amore   è   passione   incolpevole,
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           mentre è colpevole chi male ama e disama, il Poeta adolescente
           faceva che Amore stesso, mal vestito e vergognoso ed errante,
           desse   prima   il   consiglio   cattivo,   e   poi   il   rimprovero   o   il
           compianto   d'averlo   seguito.   Per   mostrare   che   ell'erano   false
           imagini di bene, cioè simulacra d'amore, Dante fingeva che il suo
           nuovo amore (vero o non vero che in sè fosse) fosse un amor
           simulato. Ora Dante si pentiva e tornava alla sua Beatrice.
              Beatrice o Bice era veramente una fanciulla fiorentina ch'egli
           amò sin da bambino. L'amò invero come si ama, desiderando e
           sognando , struggendosi e adorando . Ella era una donna reale;
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           che se tale non era, egli non aveva bisogno di fingere ch'ella
           morisse, quando per il suo disegno poetico e filosofico ebbe
           necessità di tal morte: poteva narrare ch'ella era morta . E invece
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           fu la vera morte di lei che interruppe quel disegno primo!


           572   Vedi a pag. 292 sg.
           573   E questo s'accorda con l'ipotesi di ALubin, che Dante nel XIX della VN,
              alludesse alla cavalcata del 1289 contro i ghibellini d'Arezzo. Vedi a pag.
              49, nota.
           574   Vedi a pag. 108 sgg.
           575   Cap. I-VI.
           576   Cap. I. La prima visione.
           577   Cap. II. L'angiola.
           578   Vedi a pag. 33, 117, 123 sg.


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