Page 462 - La mirabile visione
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risolute e parvenze diverse dall'ascosa realtà: un papa che non è
           papa, un re che non è re; omaggio che non si deve più, parole
           sacre   non   bene   intese,   tremuoto   che   fa   dubbiare   e   rimaner
           sospesi, ignoranza che fa desiderar di sapere, timore e pensiero.
           Stazio s'inganna intorno a Dante; (21, 20) e intorno al suo ridere;
           (ib. 127) e intorno alla natura d'ombra che è in Virgilio. (ib. 130)
           Virgilio s'inganna intorno alla vera colpa di Stazio, che è altra da
           quel che pare, (22, 22) e intorno alla vera sua religione che era
           altra da quel che pareva. (ib. 59) Virgilio l'aveva fatto cristiano,
           senza accorgersi esso del lume che faceva ad altrui! (ib. 67) Sin
           qui si tratta di cose umane; ed è degno di molta meditazione il
           fatto del papa e del progenitore di re, colpevoli d'avarizia, che
           non diventò cupidità, in loro, sì nei loro successori: son lì tutti e
           due a ricordare che cosa è che impedisce la via del mondo, la lupa
           che qui è maledetta: la lupa che si forma dall'avarizia iniziale,
           come per il loro esempio si scorge; chè essi, non altro che avari,
           ossia   maltenitori,   ebbero   discendenti   cupidi   e   fraudolenti   e
           traditori. Ma come il consiglio ci deve reggere nella via del
           mondo, l'intelletto ci deve illuminare nella via di  Dio. Ed ecco
           che Dante ricorda a Forese il suo smarrimento nella selva oscura,
           nella quale splendeva inavvertito il lume di grazia, e  ricorda
           Beatrice, alla quale giungerà egli che ha attraversata la profonda
           notte dei veri morti, salendo e girando la montagna soltanto nel
           dì, e sostando nella notte. (23, 119) Ed ecco inoltre che come con
           Forese ricorda Beatrice a cui Virgilio lo mena, con Bonagiunta
           parla di quell'altra donna che con lo studio si trova prima della
           prima, e che non s'incontra, come nè l'altra così lei, nella via del
           mondo. Con Bonagiunta parla della sua arte che anni prima iniziò
           con la canzone dove è la parola intelletto.   (24, 49) E si vedono i
           due alberi, della vita e della scienza, che corrispondono a quelle
           due parole contrarie, cibo e savere, (22, 147) la qual unione fa sì
           che S. Tomaso, per esempio, e i santi dottori siano nella sfera del
           paradiso corrispondente ai cerchi della gola nell'inferno e nel



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