Page 443 - La mirabile visione
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tradidit il Signore ai giudei. Nel che è da notare (e non sembrerà
           oziosa osservazione, spero) che Bocca tradì appunto in un sabato,
           poichè la battaglia di Montaperti avvenne "il giorno di sabato 4
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           Settembre 1260" . I quarti violarono il quarto, che nella dilezion
           de' genitori comprende quella dei consanguinei tutti, e che è
           messo insieme coi primi tre, perchè se non contro il principio
           generale,   è   contro  il   principio   particolare   dell'essere;   se   non
           contro Dio, è contro chi di Dio più tiene. E sono puniti nella
           circuizione   detta   Caina,   che   è  finitima   alle   Malebolge   e
           all'invidia, perchè Caino fu superbo in quanto uccise il fratello, fu
           invido in quanto uccise quello che era allora il solo suo prossimo;
           ond'è nel purgatorio esempio d'invidia. Ora questi ultimi Dante
           chiama apostati e perciò superbi, sebbene in grado minore e
           modo diverso, perchè fa che essi temano quella pressura del
           calcagno e non l'abbiano: come se da sè non se ne credessero
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           indegni e dagli altri non ne fossero creduti proprio degni . Infine
           l'esclamazione   di   Dante   nel   cominciare   e   trattar  dei   traditori
           nell'inferno, Oh! sovra tutte mal creata plebe... me' foste state...;
           (Inf. 32, 13) e che fa riecheggiare nel cominciar a parlare dei
           superbi nel purgatorio, O superbi cristian miseri...; (Pur. 10, 121)
           muove dalle parole di Gesù a mensa: "Guai a quell'uomo, per il
           quale il figlio dell'uomo sarà tradito: bene era per lui se non era
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           nato quell'uomo !" se non era nato  uomo  colui! Così Dante
           traduceva.
              Che sia invidia, la frode semplice, è manifesto da ciò che come
           la superbia in Dante è il peccato dell'angelo superbo, peccato
           imitato e svolto nel genere umano col peccato di Giuda e con
           quello di Caino, che sono a capo e in fine della Ghiaccia; così
           l'invidia avrebbe da essere il peccato del diavolo invido, cioè del
           serpente tentatore e corruttore, imitato e svolto tra gli uomini coi


           471   Bart. Aquarone, Dante in Siena, Lapi, 1889: p. 18.
           472   Vel. L'altro viaggio.
           473   Matth. XXVI 24, Marc. XIV 21.


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