Page 442 - La mirabile visione
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Quanto   all'equivalenza   dottrinale,   rammento   che   la   vera
           superbia è, per Dante, la violazione del minimum della legge di
           Dio, ossia dei suoi comandamenti di religio ai quali va aggiunto il
           comandamento di pietas; la violazione, cioè, dei tre precetti della
           prima   tavola   e   del   primo   della   seconda.   Inoltre   la   superbia
           essendo definita "apostatare a Deo", Dante prende il peggior
           degli  apostati,   Giuda,   che   è  nel  tempo   stesso  il   peggior  dei
           traditori, e così ne fa il peggior de' superbi, mettendolo nella
           bocca   di   mezzo  di   Lucifero   primo   superbo,   ottenendo   così
           l'equazione di superbia a tradimento. E conserva a tutti e tre i
           rimanenti peccati della ghiaccia la nota di apostasia giudesca, e
           così, nel tempo stesso, di superbia e tradimento. Perchè, avendo
           Giuda tradito e apostatato alla cena o alla mensa, ed essendo
           allora   in   lui   entrato   Satana,   Dante   fa   che   tutti   quelli   che
           tradiscono a mensa accolgano in quel punto dentro sè un diavolo;
           mentre l'anima loro ruina, come Lucifero dopo il suo alzar di
           ciglia, nel profondo del lago. Ed essendo il peccato di Giuda
           figurato con l'espressione "di aver alzato il calcagno sopra il
           Signore", Dante mostra di considerare uguale a quello il peccato
           di   coloro   che   tradirono   parte   e   patria,   perchè   li   fa   per
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           contrappasso premer dal calcagno suo ; e così anche i peccatori
           della terza circuizione della ghiaccia sono detti apostati e perciò
           superbi, e violatori essi del terzo comandamento del decalogo,
           come   i   secondi   violarono   il   secondo,   avendo   corrotto   il
           giuramento grande dell'ospitalità, e come i primi violarono il
           primo, avendo misconosciuto direttamente Dio nel suo Figlio e
           nel fondatore del suo impero; e più direttamente Lucifero. Ma
           essi terzi violarono il terzo, cioè il Sabato di Dio, significato, oltre
           che per altri modi, dalla festività pasquale nella quale Giuda

           470   Uno dei soliti accorgimenti di Dante: Caifas sebbene non reo d'apostasia e
              di tradimento e di superbia (per lui Gesù era homo) lo fa pur calpestare, per
              la somiglianza, che so io? dell'effetto se non dell'intenzione. Il passo del
              calcagno è in Ev. sec. Ioann. III 18: "chi mangia il pane con me, leverà
              contro me il suo calcagno" Cfr. Psalm. XL 10.


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