Page 438 - La mirabile visione
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bene, i tre di sopra, e nell'inferno, d'incontinenza di
concupiscibile, i tre pur di sopra; e i tre di sotto, nell'uno, d'amor
del male, e nell'altro, di malizia. Che l'incontinenza di
concupiscibile e l'amor soverchio del bene si equivalgano, oltre
che da questo chiaro raffronto, risulta dai nomi dei tre peccati,
che è uguale nell'uno e nell'altro regno: lussuria, gola e avarizia.
E i tre di sotto? I tre di sotto sono ira, invidia e superbia, nel
purgatorio; ma violenza, frode in chi non si fida e in chi si fida,
nell'inferno. Per altro questi tre peccati hanno per simboli, il
tradimento, Lucifero, che è il primo superbo; la frode semplice,
Gerione che è serpente infernale, cioè l'invidia satanica; la
violenza, il Minotauro che appena vede i visitatori, morde se
stesso "sì come quei cui l'ira dentro fiacca". E perchè il
Minotauro non è, sebbene sia ira bestiale, dell'ira simbolo così
evidente, come il serpe dell'invidia e il primo superbo della
superbia, poi Dante ci definisce la violenza, perchè noi non ci
abbiamo a ingannare, così: (Inf 12, 49) "O cieca cupidigia, o ira
folle!" Le quali parole si riferiscono alla sola violenza, e non
all'oculata frode, non alla frode che, come è tutt'altro che cieca,
così non è davvero folle, nella sua cupidità, avendo al suo servizio
(e Dante l'ha pur detto!) ciò per cui ella è proprio male dell'uomo:
l'intelletto.
I sette peccati dell'inferno equivalgono ai sette del purgatorio. I
quattro peccati unicorpori e i tre uno biforme e due tergemini
dello inferno sono i quattro unicorni e tre bicorni del purgatorio;
salvo che questi ultimi sono figurati secondo l'inordinazione
iniziale dell'appetito e quei primi secondo la conseguente
inordinazione della volontà e dell'intelletto. I peccati bicorni sono
quelli dove è la cupidigia, cioè l'amor del proprio bene
complicato con l'amor del male altrui: dunque equivalgono ai
peccati infernali dove è la cupidigia, cieca e non cieca: e questi
sono i tre di cui ingiuria è il fine. Ed è bello osservare che in essi
il disordine nello appetito è figurato dal Poeta in qualche modo
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