Page 436 - La mirabile visione
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siffatti beni (onore, potere, preminenza, ricchezza), nè a buon
           diritto   si   stimano   degni   di   grandi   cose,   nè   rettamente   sono
           chiamati magnanimi: chè senza virtù perfetta non hanno luogo
           queste cose. E diventano  anche  superbi  e  insultatori  quelli che
           possedono   questi   beni:   infatti   senza   virtù   non   è   facile   il
           sopportare con moderazione le buone fortune; e non potendole
           portare e pensandosi di soprastare agli altri, li disprezzano, ed
           essi, in qualunque cosa s'abbattano, agiscono. Che imitano il
           magnanimo non essendogli simili; e ciò fanno nelle cose che
           possono: e pertanto non fanno le loro cose secondo virtù, ma
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           disprezzano gli altri" . Non è il ritratto della persona orgogliosa
           quale Filippo Argenti è dipinto dai novellieri? "È proprio del
           magnanimo... il far servigi volenterosamente... accorrere dove
           l'onore o l'azione da compiersi sia grande; e far poche cose, ma
           grandi e gloriose. È necessario anche essere apertamente nemico
           e apertamente amico, chè il restar nascosto è d'uom che teme... e
           parlare e operare manifestamente; chè il magnanimo sarà franco
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           pel suo disprezzo" . Non è questo il contegno e il disdegno del
           Messo, sì nell'accorrere e sì nello sgridare i cacciati del cielo? E
           se   è,   non   è   egli,   colui   che   così   accorre   e   parla   e   opera
           manifestamente   e   disprezza   o   disdegna,   uno   che   renda   un
           servigio? E se lo rende, chi può essere egli se non Enea? "È anche
           apertamente verace tranne nelle cose che dice per ironia; ed è
           ironico verso i più".  Cerbero vostro, se ben vi ricorda: parole
           dette con sogghigno. "Nè parlerà intorno a sè, nè intorno ad altri,
           non gli sta infatti a cuore nè che si dieno a lui lodi nè che gli altri
           vengano biasimati, e però non è neppure atto a lodare. Per la qual
           cosa non è neanche maldicente,  nemmeno dei nemici, se non
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           fosse per arroganza" . Ecco il Messo che non si ferma per esser
           lodato o ringraziato, o per biasimare e maledire la gente dispetta

           457   Id. ib. 20 sg.
           458   Id. ib. 27 sg.
           459   Id. ib. 31.


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