Page 419 - La mirabile visione
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volontaria fa un sacrifizio volontario, secondo quel detto (Ps. 53,
8): volontariamente a te sacrificherò e confesserò il tuo nome,
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poichè è bene" . Ma già S. Bernardo, sebbene pronunzi una
verità generale, non l'applica qui a tutti, ma a soli quelli che si
danno alla vita contemplativa. Per questi, per questi, succede tal
rinnovazione (non ripetizione) del battesimo. E perciò succede a
Dante, se è vero, come è vero, che il passaggio dell'Acheronte è il
suo entrare nella vita contemplativa. E succede la rinnovazione
spirituale e volontaria d'un vero battesimo, con la morte e la
sepoltura.
Il passaggio dell'Acheronte ha tutte le note del battesimo,
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come era significato misticamente . Non possiamo dire il modo
proprio con cui Dante passò, perchè egli, nella sua alta finzion
poetica, essendo addormito, essendo anzi morto, non lo può dire.
Egli finge di non saperlo nemmen esso. Ma passò mediante
quella croce, che si segna sul neofito, mediante quel legno della
croce, che è il più lieve legno, indicato da Caron, che è l'arca in
cui si galleggia sul diluvio della perdizione. Passò o sulle acque
come Gesù e Pietro, o tra le acque che si scostarono per lui, come
già per gli ebrei fuggenti dall'Egitto. Passò tra il rimbombo della
tempesta, quale era quella che minacciò la navicella degli
apostoli. Ma in che modo proprio, non è dato sapere, se non se
forse ci dà qualche indizio, come vedremo, di ciò che fu la
propria imaginazione di Dante in questo passaggio, l'altro
passaggio del fiume che equivale misticamente all'Acheronte, e
che è il Letè nel quale fu tuffato, e così passò. Comunque sia,
dobbiamo tener per certo che Dante in sì fatto passaggio adombrò
la rinnovazione del battesimo, del perfetto battesimo, che lo
liberava dal languor naturae conseguenza dell'umana colpa. Ora
noi vedremo che "altro battesimo, secondo battesimo" è ciò per
cui si entra nella vita contemplativa; e potremo esser certi sì, che
423 S. Bern. Op. I, 1160 (Serm. de divers. XXXVII).
424 Vel. pag. 94 sgg.
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