Page 422 - La mirabile visione
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quando la nostra volontà non ci aveva ancora punto nociuto,
bastò rinunziare al diavolo, per la cui invidia il peccato insieme e
la morte entrando per l'entrata medesima, passarono a tutti gli
uomini. Dopo che manifestamente provammo le blandizie del
mondo fallace e l'infedeltà del nostro volere, in questo secondo,
per così dire, battesimo della nostra conversione dobbiamo non
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solo risarcire il primo patto, ma rinunziare alle passioni stesse" .
Noi vediamo che S. Bernardo questo secondo battesimo, che è la
profession religiosa o il rinunziare al mondo o secolo e mettersi
nella via santa, nella via di Dio, nella vita spirituale, lo dice
uguale, non alla semplice morte, ma al nascondimento sotterra,
alla sepoltura. Il che più chiaro dice, parlando d'un fra' Natale:
"Fu di nuovo sepolto col Cristo mediante il battesimo dell'eremo:
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io starò a metter fuori i vizi di lui, già seppelliti ?"
Così il novello Enea obbedisce al precetto del vate, cui aveva
gridato il suo Miserere. Il vate gli dice: A te conviene altro
viaggio; gli dice: ti trarrò per loco eterno; gli viene a dire: Andrai
a immortale secolo, e vi sarai sensibilmente: il che tutto torna a
rinnovare l'ammonimento: Hunc conde sepulcro. Il Miseno
ch'egli ha da seppellire è lui stesso, suo primo amico esanime.
Dopo, vedrà lucos stygios e sarà nella tomba. E nella tomba si
trova, dopo il passaggio dell'Acheronte, e non sa dove si trovi. E
429 Id. ib. I 1108 (Sermones de diversis, XI de dupl. Capt. etc.).
430 Nell'ed. Migne dell'Opere di S. Bernardo, vol. I pag. 889 (I 520) si può
leggere una dotta nota che bene illustra il concetto che è fondamentale nel
poema sacro. "Questa è la ragione per cui la professione della vita religiosa
si considera come un battesimo. Come nel battesimo avviene che noi
moriamo alla vita vecchia e rinasciamo alla nuova (vedi Rom. VI, Coloss.
III, Ephes. II et al. da cui si ricava che dal battesimo non emerge l'uomo
medesimo che v'era entrato, ma al tutto un altro); segue ancora che i peccati
di quell'uomo anteriore non s'hanno da attribuire al neonato, più che i miei
a un altro, e gli altrui a me. Così nella profession religiosa. Muore il
religioso al mondo e alle opere sue, inoltre a sè stesso e alla volontà sua, e
muore così, che non gli è lecito usar del mondo e delle sue delizie e della
sua volontà, come se fosse proprio morto e sepolto etc.".
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