Page 401 - La mirabile visione
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dalla sua condizion di pianta a quella d'animale bruto e d'essere
ragionevole. Nel modo primo, la pianta sterile che ha appena le
foglie o appena appena il germoglio, o non fiorisce o fiorisce
cambiando poi le susine in bozzacchioni, significherà ciò che, nel
secondo modo, la pianta che tuttavia cresca e fiorisca e dia a suo
tempo le sue ghiande o le sue zucche. Con tutto ciò, può venire
un po' di confusione; e Dante mostra di sentire il pericolo di
questa, quando nell'interpretare la favola d'Orfeo, non sa fare
grande distinzione tra gli arbori e le pietre: i primi sono gli
uomini che "non hanno vita di scienza e d'arte"; le seconde, quelli
che "non hanno vita ragionevole di scienza alcuna". Il fatto è,
sembra pensare, che, paragonandosi, come si fa, l'uomo alla
pianta senz'intenzione di deprimerlo, ma col fine di mostrarne
evidentemente le varie stagioni e vicende; per significare l'uomo
che non ha nemmen la vita del bruto, bisognerebbe ricorrere al
paragone con la pietra; ma anche questo è imperfetto paragone,
perchè la pietra non ha quel primo intelletto e affetto.
Insomma, o pianta sterile in paragone della fruttifera, o pianta,
sia quanto voglia feconda in paragone degli animali irragionevoli
e ragionevoli, ma sempre pianta è l'uomo che non mostra se non
l'anima vegetativa, e non merita nè lode nè biasimo. Perciò selva
oscura è il simbolo di questa sorta d'uomini; nè solo di quelli che
fioriti per mezzo del battesimo, non tennero i fiori; che sono gli
ignavi del vestibolo, punti da mosconi e vespe, come piante,
come le piante della dolorosa selva che sono beccate dagli
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uccellacci Arpie ; ma di quelli ancora che ebbero appena tempo
di germogliar da terra, e non ottennero dal battesimo la mirabile
fioritura virtuale; che sono i parvoli innocenti; e di quelli che
fiorirono de' più bei fiori e fruttarono i più bei frutti, ma,
mirabilmente, per non aver avuto battesimo, questi fiori non li
399 E conservano, s'intende, il loro senso dottrinale. (Vel. pag. 208) Errano, gli
sciaurati, e sono cruciati. Quanta poesia è nel paragonare l'immobile selva
dei suicidi e la selva semovente degl'ignavi! O Dante!
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