Page 384 - La mirabile visione
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appariscono dalla fenditura della grotta, "di lor solere e più chiare
e maggiori". Allo stesso modo di qua del fuoco "ch'emisperio di
tenebre vincia", è la lumiera, (Inf. 4, 103) è "un loco aperto
luminoso ed alto". L'Elisio è di amoena virecta fortunatorum
nemorum. Nel limbo è un prato di fresca verzura, è il verde
smalto: virecta; nel paradiso terrestre è una divina foresta:
nemora. Dante ha fatto a mezzo della frase Virgiliana, tra il limbo
e il paradiso terrestre. Così quando Musaeus dice: "Abitiamo in
sacri boschi opachi e stiamo sulle piote dei greppi e per prati
sempre rinnovati dall'acqua dei ruscelli"; (ib. 673) non sappiamo,
cercando in Dante i pii di Virgilio, se li dobbiamo trovare nella
divina selva spessa, in cui serpeggia il rivo, o nel prato di verzura,
cui fresca rende il fiumicello.
Così, altro. Anchise è in una valletta verde. Vede venir verso
lui Enea e tende le mani e una voce gli cade dalle labbra: "Sei pur
venuto: eri aspettato...". (ib. 679) Par d'ascoltare la "voce" che fu
udita per Dante nel Limbo: "L'ombra sua torna...". Enea vede una
selva, piena come d'un rombo d'api, che fanno le anime che
devono tornare ai corpi. (ib. 703) Par d'essere con Dante, che nel
Limbo vede come una selva, una selva di spiriti spessi, che coi
loro sospiri facevano tremar l'aria. (Inf. 4, 65) Le anime di
Virgilio bevono al fiume Lete l'oblio; gli spiriti di Dante, come
formano una selva, così possono insieme chiamarsi "il sonno".
(ib. 4, 68) Poi Anchise trae il figlio e la Sibilla su un colle, perchè
veda di faccia le anime illustri. (ib. 752) Dante narra: (ib. 115)
Traemmoci così dell'un de' canti
in loco aperto luminoso ed alto
sì che veder poteansi tutti quanti.
Colà diritto sopra il verde smalto,
mi fur mostrati gli spiriti magni.
Anchise ha detto a Enea che vuol mostrargli quella prole (sono, in
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