Page 388 - La mirabile visione
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interpretata, non falla mai , sono sotto la balìa di Catone .
Dov'è Catone, secondo l'Eneide novella?
Dante in questa sua Eneida, è ammaestrato all'ultimo da una
donna soletta. Questa gli dichiara prima in che modo sull'altezza
disciolta tutta nell'aer vivo, si senta stormir la selva e si veda uscir
di fontana salda e certa il doppio fiume del buono oblio e del
buon volere. (Purg. 28, 88) Conclude dicendo che quel luogo è la
realtà di quel sogno che i poeti antichi posero in Creta . Ella è
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tanto la dichiaratrice della foresta, che quando Dante, privato
della memoria da maggior cura, chiede a Beatrice che acqua sia
quella de' due fiumi, Beatrice non risponde essa, ma gli dice:
Prega Matelda che il ti dica. (Pur. 33, 118) Ed è l'unica volta che
suoni il nome di Matelda. Chi è nell'antica Tragedia quello che è
Matelda nella nuova Comedia? Non Anchise, sebben discorra dei
due (a parer di Dante) fiumi Letei. Invero nella Comedia e nella
Tragedia due sono le persone che parlano all'Enea antico e al
nuovo, nelle "sedi beate". La prima d'esse si rivolge tanto al vate
quanto all'Enea. Dice: vos; (Aen. VI 675) dice: voi. (Pur. 28, 76)
La seconda parla solo all'Enea e dice: Venisti tandem? (ib. 687);
dice: O tu... (Pur. 31, 1) Questa seconda è quella che mostra
all'Enea la visione del futuro; che gli dice: Huc geminas nunc
flecte acies (ib. 788) o al carro tieni or gli occhi; (Pur. 32, 104) e
gli rivela un gran lutto e un gran disastro (ib. 868, Pur. 32, 109), e
gli memora le guerre da sostenere (ib. 890) "in pro del mondo che
mal vive". (Pur. 32, 103) Questa seconda è quella che parla dei
grandi misteri ; la prima insegna all'Enea, anzi all'Enea e al
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382 Vedi, per esempio, Pur. 6, 30.
383 Su Catone leggi un opuscolo di PChistoni in Raccolta di studi critici
dedicata ad AD'Ancona, Barbèra, Firenze MCMI, pag. 97.
384 Vel. pag. 196 e 422.
385 Servio, al verso in cui la Sibilla interroga Museo, annota: "Et sciendum
hoc loco Sibyllam iam a numine derelictam". Virgilio, all'ultimo, non
dichiara più nulla esso a Dante, ma lascia dire a Matelda, e poi sparisce,
quasi a numine derelictus, avanti Beatrice.
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