Page 374 - La mirabile visione
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nella   Comedia,   che   invidiano   ogni   altra   sorte   sulla   riva
           d'Acheronte. Quelli sono però mortis honore carentes; e costui,
           che tende le mani ed è mesto, anch'esso, se mai altro, manca di
           quest'onor della morte; perchè la sua memoria non è fregiata di
           alcuna bontà. Filippo Argenti, innominabile anch'esso (il  suo
           nome è pronunziato dagli altri peccatori), come i suoi compagni
           di pena, e come gli avari e come gli ignavi, vuol salire sulla
           barca, a cui stende mani; onde il Poeta lo ributta, gridandogli: Via
           costà! Ed è, perciò, una specie di Palinuro della Comedia, e sta a
           Palinuro, come la mancanza d'onor di morte in Dante sta alla
           medesima mancanza in Virgilio. Quest'onor della morte manca sì
           negl'ignavi, sì negli avari, e sì nei fangosi incontinenti d'ira, o
           dismisurati nell'irascibile, o rei de' vizi collaterali e fortezza e
           (come vedremo) magnanimità, o audaci e timidi, o orgogliosi e
           tristi, o accidiosi. Tutti questi ebbero battesimo; gli avari furono
           anzi tutti cherci, con una sola eccezione. Una sola, come fa
           chiaramente comprendere questo terribile Dante. Nella cornice
           del purgatorio, dove si impreca alla lupa, gli avari, tra cui è un
           papa, (conoscibile, ora, nella purgazione), piangono tutti, volti in
           giù, sospirando questo solo versetto: Adhaesit pavimento anima
           mea. (Pur. 19, 71) Fa eccezione un'anima che tra le altre che
           piangono e si lagnano, dice esempi di virtù opposta al vizio. Fa
           eccezione: Dante gli dice: perchè sola rinnovi queste laudi? Sola,
           dunque; e non è d'un chierco. Ma di chi? Del capostipite della
           casa di Francia, che aduggia la cristianità. (Pur. 20, 16) Di che si
           vede come nella lupa sia adombrata politicamente l'avarizia e
           della curia papale e della casa di Francia: l'avarizia che degenera,
           per innesto dell'amor del male, in cupidità; come, tra l'altro, si
           ricava da ciò che Ugo seguita a dire: (ib. 64) che i reali di Francia
           divennero rapaci, micidiali, traditori. E casa di Francia poi si
           volge contro curia di Roma, per una vendetta di Dio, che fa che la
           lupa veramente consumi "dentro sè con la sua rabbia", come il
           maledetto lupo (Inf. 7, 9), e sbrani sè stessa.



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