Page 369 - La mirabile visione
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Dite Virgiliano è a destra, il Tartaro a sinistra. Ebbene, Dante,
           entrato   in   Dite,   piega   a   destra.   (Inf.   9,   132)   Il   che   prova
           l'intenzione del nostro Poeta di far credere il suo inferno simile
           all'antico, sia che lo credesse egli, o no. Il che non esclude che in
           quell'essere di Dite a sinistra e a destra, non sia altra intenzione
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           dottrinale .
              Nel Tartaro Virgiliano non entra Enea: è la Sibilla che narra
           ciò che c'è dentro. (Aen. VI 56, 2) Dante c'entra e vede; pur la sua
           Sibilla,  il  suo  vates  sibillino,  Virgilio,  sugli  spaldi,  prima  di
           scendere nel vero Tartaro, gliene descrive l'ordinamento e gliene
           enumera i peccatori. (Inf. 11, 16) Nel Tartaro Virgiliano, è fuori
           Tisifone con  agmina saeva sororum  (ib.  572), che Dante avrà
           prese per le  due  sorelle in mezzo a cui pone la sua Tisifone.
           Dentro, nell'Eneide, è un mostro peggiore, un'Idra delle cinquanta
           bocche: Dante, che ha veduto, narra che c'è dentro un'Idra o
           serpente   che   è   Gerione,   e   un   mostro   di   più   bocche,   che   è
           Lucifero. Son tre le bocche di Lucifero; ma Dante leggeva in
           Servio   che   c'era   chi   all'Idra   attribuiva   tre   bocche .   Sono
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           nominati dalla Sibilla, de' rei, primi quelli che son costretti a
           confessare a Radamanti la colpa che crederono nascondere sino
           alla morte. Si usa la frase: furto inani. (ib. 568) Dante, abbia o no
           interpretato rettamente  furto, dà di questi peccatori un esempio
           evidente (e non il solo) in Vanni Fucci, costretto a confessare il
           suo  furto,  del  quale  è  punito  dopo  morte,  mentre  prima  era
           apposto altrui: (Inf. 24, 136) Io non posso negare!
              C'è anche nella Comedia questo secondo giudice infernale: è la
           coscienza   che   empie   di   vergogna   i   peccatori   che   usarono
           l'intelletto a fin di male. C'è, ma spiritualizzato; sebbene anche la
           persona non manchi. Chi è Flegias, il barcaiolo dello Stige? È
           colui che nel Tartaro,  miserrimus  ammonisce e testifica, che si


           368   Vel. pag. 264 sgg.
           369   Ad Aen. VI 576: alii tria volunt habuisse capita, alii novem, Simonides
              quinquaginta dicit. Il luogo di più su, intorno Cerbero, è ad... 395.


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