Page 362 - La mirabile visione
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di cui il mondo non lascia essere fama e sono spregiati dal cielo e
dall'inferno: la loro morte è senz'onore, e ogni altra sorte è
preferibile alla loro. Quanto poi alla meta, è evidente che Dante
ha avuto lo sguardo alla dissertazione d'Anchise (che diventa
come un purgatorio anche locale), perchè esso a tutto il suo
purgatorio fa seguire una visione di persone e vicende future, così
come trovava in Virgilio. E le persone e vicende sono di Roma
ancor non nata in Virgilio: e in Dante, sono della Chiesa e
dell'Impero: di Roma, tutti e due, Chiesa e Impero.
Tra la mossa e la meta l'Averno Virgiliano è seguito
nell'Inferno Dantesco, con tanti accorgimenti e con tante, direi
così, rettifiche dottrinali. Due sono i viatori dell'Eneide, Enea e la
Sibilla; due quelli della Comedia;, Dante e Virgilio. All'ultimo
s'unisce, nell'uno e nell'altro poema, un terzo: Anchise e Stazio,
che ambedue dichiarano l'infusione dell'anima nel corpo umano.
Nel bosco di Trivia Enea trova la Sibilla (ib. 13); in una selva
Dante trova Virgilio. Ed Enea alla Sibilla (ib. 117) e Dante a
Virgilio (Inf. 1, 65) gridano: Miserere. Prima d'entrare, la Sibilla
dice a Enea che è d'uopo animis e pectore firmo. (ib. 261) E
Virgilio rimprovera Dante di non avere ardire e franchezza, e,
proprio sulla soglia, lo esorta e conforta. (Inf. 2, 121; 3, 13) L'uno
e l'altro seguono, rinfrancati, haud timidis... passibus, la guida.
L'invocazione di Virgilio (ib. 264) ha il suo riscontro nella scritta
morta, di colore oscuro. (ib. 3, 1) Da una selva muove Dante per
cammino silvestre si avvia verso il suo Averno: (ib. 2, 142) così
Enea va, come si può tra selve. (ib. 271) La luna incerta getta una
luce maligna su queste selve. Sulla selva di Dante splendeva la
luna piena, ma così incerta che Dante non ne vedeva la luce,
quanto si vuol benigna. Il viaggio di Dante comincia con l'aer
bruno: e Dante è solo: (ib. 2, 1) lo stesso effetto d'oscurità e
solitudine è al principio del viaggio d'Enea, sola sub nocte per
umbram. (ib. 268) Luctus è nel vestibolo Virgiliano; sospiri e
pianti nel vestibolo Dantesco. I mosconi e le vespe degli ignavi
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