Page 357 - La mirabile visione
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che a Virgilio e non a Omero, per quanto questi abbia la spada in
           mano e venga innanzi "a' tre siccome sire" e sia poeta sovrano,
           appartenga la "scuola" poetica del suo nobile castello. In verità
           (Inf. 4, 95)

                       quel signor dell'altissimo canto
                     che sopra gli altri com'aquila vola.

           e che però è il vero "poeta sovrano", è, per me, il medesimo che
           "la voce sola" proclama "altissimo poeta". Lo deduco da questo,
           che Dante fa altrove volar come aquila sino alle stelle quelli che
           hanno, oltre valor d'ingegno, anche assiduità  d'arte  e abito di
           scienze, frutti di  studio. (VE. 2, 4) Or qui è ben giusto che
           maestro, come egli lo chiama poco prima (v. 85), sia detto colui
           che personifica lo "studio"; colui che, come poco prima esso gli
           dice (v. 73), onora "ogni scienza ed arte". Che se Omero ha la
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           spada, sarà per le guerre che cantò : e se è detto poeta sovrano e
           sire, tale lo dice Virgilio, perchè Dante vuole che i suoi poeti
           siano l'uno all'altro cortesi, e perchè in verità egli non voleva fare
           grande differenza tra loro. Voleva, insomma, mettere Omero più
           presso a Virgilio di quel che metta presso ad Aristotile Socrate e
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           Platone . Del resto come i tre fanno onore a Omero, lasciandolo
           andare dinanzi come Sire, così e i medesimi tre e Omero fanno
           onore a Virgilio andandolo a incontrare e gridandolo altissimo, in
           quest'ordine, Omero, Orazio, Ovidio terzo, Lucano l'ultimo. In tal
           numerato canone, sì che dando luogo a Dante, lo fanno  sesto,
           vanno incontro a chi sarà primo fra essi, e non, come dovrebbe
           essere se non si vuol guastare la serie,  quinto. E a me pare
           assurdo che Virgilio avesse tra loro il posto di secondo in tutto il
           canone, tra Omero e Orazio satiro, e che, se mai, non lo dicesse.

           359   In Monarchia 2, 3 ricorda Miseno qui fuerat Hectoris minister "in bello", e
              afferma,   secondo   Aristotile,   che   Omero  Hectorem...   prae   omnibus
              glorificat.
           360   Vedi però FD'Ovidio nel vol. cit. pag. 520 sgg.


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