Page 356 - La mirabile visione
P. 356

nell'accingersi a descrivere la mirabile visione, Dante dichiara
           d'aver   innanzi   specialmente   il   suo  volume,   l'Eneida,  l'alta
           tragedia.   E   tutto   significa:   "Quando   vidi   dalla   malizia   o
           ingiustizia impedita a me la vita civile (il che fu virtualmente nel
           trecento,   perchè   fu   in   visione   profetica,   ma   realmente   nel
           trecentotredici, alla morte d'Arrigo), io mi rivolsi allo studio, che
           già m'aveva in altri tempi, prima del trecento, dato gloria, e
           stabilii di fare un poema, il poema che faccio, che deve essere
           un'altra Eneida, un'Eneida volgare, un'Eneida inferiore, almeno
           per   le   due   prime   parti;   che   sarà,   rispetto   all'alta   tragedia   di
           Virgilio mio modello, una comedia".
              La scelta di Virgilio a impersonare lo studio dell'arte e della
           sapienza, si deve, oltre che al fatto che Virgilio è il pedagogo del
           medioevo, anche, e specialmente, al  volume, che Dante subito
           mentova a lui, pronunziando le due parole che dicono di lui
           l'essenza mistica: studio e amore. In quel terzetto traluce il senso
           reale di tra il velame allegorico. E ne vien fuori che se l'Ombra
           che personifica lo studio si presenta nel gran deserto nell'anno
           centesimo, lo studio per altro che mise Dante nel volume di
           quell'Ombra non cominciò allora, sì molto tempo prima, poichè
           allora era già lungo, sebbene fosse un po' tralasciato, nel fervore
           della breve vita politica. Del resto Dante considerava Virgilio
           come l'altissimo dei poeti, e nel nobile castello lo fa maestro dei
           poeti, come Aristotile v'è maestro di color che sanno. Chè il
           primato d'Aristotile non è impedito da ciò ch'egli è discepolo di
           Platone, come Platone è scolaro di Socrate; il che Dante, che pure
           mise   presso  ad   Aristotile,   più   d'ogni   altro,   ma   sempre   nella
           "scuola"   di   lui,   Socrate   e   Platone,   sapeva.   "Altri   furono,   e
           cominciamento   ebbero   da   Socrate,   e   poi   dal   suo   successore
           Platone... Accademici chiamati... Aristotile, che da Stagira ebbe
           soprannome, e Senocrate Calcidonio... per lo modo Socratico
           quasi ed Accademico limaro... la filosofia". E così, pur sapendo
           che Omero è predecessore e maestro di Virgilio, Dante poeta fa



                                         356
   351   352   353   354   355   356   357   358   359   360   361