Page 350 - La mirabile visione
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amor del male con relativo desiderio o speranza del proprio bene,
           dobbiamo dire che le sue "tutte brame" sono, esclusa l'unica del
           leone   e   l'amor   soverchio   e   lento   della   lonza,   quali?   Queste:
           desiderio   di   soppressione   del   vicino   e   speranza   d'eccellenza;
           timore di perder podere grazia onore e fama, e amore o desiderio
           che altri non sormonti. Avrà dunque i peccati, quali sono nel
           purgatorio (ma via! anche nell'inferno!) di superbia e d'invidia.
           Ma   la   lupa   è   maledetta   nel   cerchio   dell'avarizia   nell'inferno,
           Maledetto   lupo!   e   nella   cornice   dell'avarizia   nel   purgatorio,
           Maledetta sii tu, antica lupa! E dunque Dante stesso ci dice che
           tra quei beni desiderati dall'invido e dal superbo, sono anche
           quelli che l'avaro ama tenere; ci dice che nella lupa è anche
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           avarizia; anzi che ell'è inizialmente avarizia . Superbia, invidia
           ed avarizia, dunque, sono in lei: le tre faville che accesero i cuori
           in Fiorenza, quando vi venne il giostratore con la lancia di Giuda.
           (Inf. 6, 74) In Fiorenza si scatenò allora la lupa, e dalla lupa fu
           offeso e cacciato Dante, che già di sè dice che era "nemico ai
           lupi" che insidiavano l'ovile ov'egli dormiva agnello. (Par. 25, 6)
           E lupi erano, come dice Brunetto, quelli che non vollero che il
           dolce fico fruttasse tra i lazzi sorbi: lupi, cioè "gente  avara,
           invidiosa, superba" (Inf. 15, 68). Si scatenò la lupa per Fiorenza;
           e   come   l'invidia   prima  fu   quella   che   la   dipartì   dall'inferno,
           quando consigliò la culpa vetus, così anche qui, anche ora, come
           potè la lupa venire nella terra? Ciacco dice che la città era piena
           "di  invidia". (Inf. 6, 50) Dante ha sempre il pensiero al primo
           peccato umano! Solo, per chi legge a fior di vista, Dante qui fa
           dire a Ciacco prima, che c'era invidia, poi, come correggendosi in
           cotal modo goffo: ho sbagliato: suberbia, invidia e avarizia! No:
           si tratta dell'invidia diabolica, come quella prima gran volta, la
           quale sprigiona nel mondo il peccato che è la superbia, come
           quello   dei   progenitori,   l'invidia   come   quella   di   Caino;   più
           l'avarizia, che è di tutti e due, essendo un po' concupiscenza e un

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