Page 337 - La mirabile visione
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brucia dentro. (Inf. 14, 63) Il leone, rabbiosamente, addenterebbe
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           sè stesso: intanto fa paura all'aria .
              La lonza è l'incontinenza. Questa disposizione comprende (Inf.
           11, 70)

                             quei della palude pingue,
                     che porta il vento, che batte la pioggia
                     e che s'incontran con si aspre lingue.


           Quelli della palude dicono: Fummo tristi "nell'aer dolce che dal
           sol s'allegra": ora ci attristiamo qui, dove abbiamo fango per la
           gola invece d'aria, e oscurità invece di sole. Contrappasso! Questi
           sono gli ultimi, i più di sutto, degl'incontinenti; i primi e più di
           sopra sono quelli "che paion sì al vento esser leggieri". La lonza è


                     una fiera leggiera e presta molto:

           contro la lonza vale "l'ora del tempo", quando il sole monta, e la
           dolce   stagione,   quando   dolce   è   l'aere.   È   dunque,   la   lonza,
           l'incontinenza di quei che porta il vento, e sì di quei della palude
           pingue: è l'incontinenza, indicata col suo principio e con la sua
           fine. Così Dante nel purgatorio dipinge il peccato delle tre cornici
           superiori, come una strega che le appare nella quarta cornice che
           è dell'accidia. E questa femmina è l'accidia, così come si mostra,
           balba,   guercia,   zoppa,   monca,   scialba.   Sotto   lo   sguardo   del
           sognante (la concupiscenza comincia dagli occhi!) diventa dolce
           sirena, che canta e sta dritta ed è colorita d'amore. È l'accidia che
           diventa concupiscenza. Comparisce una donna santa e presta e
           fende alla sirena i drappi e ne mostra il ventre, che puzza. Ecco la
           sirena sotto la pioggia che fa putir la terra; (Inf. 6, 12) ecco la
           sirena  nella  belletta negra. (Inf.  7, 124)  La  sirena  è  dunque
           manifestamente   lussuria,   gola   e   tristizia   o   accidia.   E   anche


           343   Vedi sempre Vel. Le tre fiere, pag. 107 sgg.


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