Page 332 - La mirabile visione
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basso non fa mai forza. Or Dante, se ha voluto dir così, ha
chiamato fermo il piede che non fa forza e che nello zoppo, è il
piede infermo; e si muove sì, nè quindi si può chiamar fermo in
modo assoluto, ma non ha un movimento utile al cammino e alla
salita. È fermo, cioè inerte. Un arzigogolo? Non l'ho fatto io. Ma
il lettore pensi pur da sè, tenendo in mente che piede fermo è
contrario di piede infermo, e che il piede che carnalmente è
infermo o mortificato o marcito, è spiritualmente fermo o
vivificato o sano.
In conclusione, quel ch'è certo, è questo. Dante riprende via
per il cammino del mondo (diserto d'ogni virtute), poggiando sul
piede della vita attiva o inferiore più che sull'altro, mortificato;
perciò, zoppicando; non volando, come avrebbe fatto chi nel
passo avesse mortificato il corpo tutto; non volando, come Paolo,
in ispirito. Non volava Dante per questa via della carne o del
mondo, come avrebbe fatto per la via dello spirito o di Dio. Il
battesimo non era stato rinnovato che a metà, e solo a metà il
volere era libero. Qualcosa lo tratteneva a terra tuttavia: affligit
humo, poteva dir con Orazio. E qui giova considerare che il
genere umano è detto zoppicare per via del peccato originale. "Il
diavolo non creò nulla" dice S. Agostino "della natura umana; ma
guastò, con persuadere il peccato, ciò che Dio aveva creato bene;
sì che per quella ferita che fu fatta mediante il libero arbitrio dei
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due uomini primi, tutto il genere umano va zoppo" . Altrimenti
si dice che il peccato porta la morte. Or come dalla morte del
peccato originale si rinasce mediante la morte mistica che è una
rigenerazione, così da questo claudicare, ossia da questa parziale
mortificazione, si esce come abbiam veduto più su, con una
mortificazione parziale, cioè claudicando.
336 Contra Iul. Pel. IV 83 in Op. XIII pag. 774.
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