Page 333 - La mirabile visione
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XXVIII.
LE TRE FIERE
Ed ecco quasi al cominciar dell'erta
una lonza leggiera e presta molto
che di pel maculato era coverta.
(Inf. 1, 31)
Dante l'aveva sempre dinanzi al volto e ne era impedito nel suo
cammino, sì che si volse più volte per ritornare. Ma era mattina,
era primavera: l'ora e la stagione gli erano motivo a bene sperare;
quando apparve un leone, con la test'alta, con fame rabbiosa da
spaventar l'aria, e una lupa, magra, piena di tutte brame, che fece
misere molte genti. Queste due, specialmente l'ultima, lo
impaurirono: alla vista dell'ultima perdè la speranza di salire. Egli
piange e s'attrista in tutti i suoi pensieri; nessuno gliene rimane a
confortarlo. La bestia senza pace gli veniva incontro a poco a
poco respingendolo nell'oscurità e facendolo ruinare nella bassura
di prima. Quando gli si mostrò un'Ombra. Era respinto
nell'oscurità; e l'Ombra era d'un poeta onore e lume di tutti i
poeti. Era ricacciato nella selva dove non è "vita di scienza e
d'arte" ; e l'ombra era d'uno che onorava ogni scienza ed arte.
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(Inf. 4, 73) Ruinava in basso loco; dove sono i parvoli d'animo; e
del magnanimo era l'Ombra.
Le tre fiere che sono ? Perchè la selva che impediva Dante, e
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337 Vedi a pag. 336.
338 È questione, credo, risoluta. Vel. 107-164. Si dice peraltro risoluta da
GCasella nel suo Discorso "dell'allegoria della D. C." In verità egli disse
che essendo la selva prefigurazione dell'inferno, tanto è vero che selva è
chiamato il limbo, (4, 65) le tre fiere dovevano esser le tre disposizioni che
il ciel non vuole; la Lonza rappresentando la frode, perchè Dante getta la
corda, con cui voleva prendere la lonza, a Gerione imagine di froda, la lupa
essendo l'avarizia e perciò incontinenza, e il leone violenza. Di tutte queste
affermazioni, solo l'ultima resta in piedi; le altre si trovano fallaci tutte. Io
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