Page 33 - La mirabile visione
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dello   schermo.   Al   qual   serventese   Dante   allude   nel   sonetto,
           Guido, vorrei. Ora in esso il nome di Bice era  in sul nove.
           Addivenne   ciò   per   deliberato   pensiero   del   poeta   o
           meravigliosamente,   come   esso   dice?   Certo,   o   fosse   caso   o
           proposito, questo ritrovarsi di Bice in sul nove fu causa o effetto
           di quelle considerazioni che Dante  aveva fatte o doveva fare
           sull'età di lei quando prima gli apparve, e sull'intervallo d'anni tra
           quell'apparizione e il saluto, e sull'ora della notte in cui sognò di
           lei. Più probabile fosse causa, poichè, quanto alla età, sarebbe
           stato per il senso che dal nove traeva Dante, miglior avviamento,
           che nove anni avesse Bice, non Dante, e, quanto all'ora, ch'ella
           fosse  l'ora nona delle dodici notturne, già  piccole, se era  di
           Maggio (Co. 3, 6; 4, 23); sì che le ultime due o tre di poco
           avrebbero preceduto il tempo

                                   che comincia i tristi lai
                     la rondinella presso alla mattina,

           tempo, "nell'alba che precede il giorno", proprio al sognar verace.
           Chi non sente invero l'impaccio e lo sforzo in quel pensamento
           sull'ora quarta della notte? "Trovai che l'ora... era stata la quarta
           della notte: sì che appare manifestamente ch'ella fu la prima ora
           delle nove ultime ore della notte". Ma sì il tempo della prima
           apparizione, sì l'ora della prima visione, sono veri, e Dante ci si
           dovè   ingegnare   attorno   per   riconoscervi   un   qualche   segno
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           divino .   Invece   il   collocamento   di   Bice   in   sul   nove   del

              intendimento di Dante, quello "specialmente" ci dice che nella  pistola
              trionfava il nome della donna dello schermo.
           29   Casini: Notizia sulla VN. nella sua edizione par. 5: "Se quest'idea del nove
              non avesse avuto un fondamento nel fatto, Dante avrebbe potuto imaginarla
              in ogni circostanza, non avrebbe avuto bisogno di dare un'espressione
              approssimativa alle sue parole, e tanto meno poi dì ricorrere a un artificio
              del ragionamento etc.". Lascia invece dubitare l'intervallo tra la prima
              apparizione e il saluto.


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