Page 28 - La mirabile visione
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           Il che vuol dire : "Amore prese il tuo cuore, di cui la tua donna
           voleva la morte. Le lo diede a mangiare, perchè non lo facesse
           morire; ossia ti concedesse mercede, rimeritasse d'amore il tuo
           cuore, ossia te. Il dolor d'Amore poi venne dal fatto che la donna
           si svegliò, appunto per il ministrare di quel cibo, dal suo dolce
           sonno,   vinta   dal   contrario   del   sonno;   e   così   non   avrebbe
           continuato a pascersi del tuo cuore". Ebbene quest'interpretazione
           non sta, perchè Amore non pasceva qui la donna addormentata
           pian piano che non si svegliasse, bensì la svegliava per pascerla.
           Guido per dare un giudicio ragionevole faceva forza alla lettera
           del sonetto. Interpretava in vero che Amore involontariamente
           svegliasse la donna, nel pascerla.
              Il sonetto, dunque, contiene un vero sogno di Dante, sogno che
           appunto perchè è vero, non si presta a interpretazioni; ma ha
           inoltre una circostanza inventata, la quale, ripeto, è un principio
           di interpretazione che non poteva essere compiuta. Sembra che


           21   Il   Casini   (VN.   pag.   22)   con   poca   verisimiglianza   intende   "la   morte
           chedea... la tua donna". Come avrebbe detto Dante che lo verace giudizio del
           detto sogno non fu veduto allora per alcuno, se Guido l'aveva veduto? Meglio
           PErcole (Guido Cavalcanti e le sue rime p. 314 segg.). Pur dissento anche da
           lui. Il  su' contraro  è per me il contrario del sonno, e non l'avversione  di
           Beatrice. Di più non credo a ciò ch'egli dice che "B. conquistandolo (il cuor di
           Dante) ne voleva la morte", e che Amore desse "alla Donna da mangiare il
           cuore, destinato alla morte, per impietosirla". Leggiamo per es. il Son. XXIII
           di Guido:
           la nova donna cui mercede cheggio
           questa battaglia di dolor mantene.

           drizzami gli occhi de lo su disdegno
           sì feramente che distrugge 'l core.

           Il core muore, quando è disdegnato. E ci vuol, da parte della donna, mercede.
              Or questa mercede, nel fatto del sogno, Guido la vedeva e interpretava con
              quel fero cibo delle novelle, che si credeva potente a indurre in amore. (V.
              in VN. del D'A. pag. 34).


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