Page 26 - La mirabile visione
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dico d'Amore, come se fosse una cosa per sè, e non solamente
           sustanzia intelligente, ma sì come fosse sustanzia corporale. La
           qual cosa, secondo la verità, è falsa; chè Amore non è per sè sì
           come sustanzia, ma è uno accidente in sustanzia. E che io dica di
           lui come se fosse corpo, e ancora sì come fosse uomo, appare per
           tre cose che dico di lui. Dico che lo vidi venire... Dico anche di
           lui che ridea, ed anche che parlava... e però appare ch'io ponga lui
           essere uomo. A cotal cosa dichiarare..." il poeta (a proposito del s.
           XIV, non di questo) dice che ai rimatori è conceduto di parlare
           alle "cose inanimate sì come avessero senso o ragione" e farle
           "parlare insieme; e non solamente cose vere, ma cose non vere"
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           (VN. 25). Ora che Dante vedesse in sogno   "uno accidente in
           sustanzia" così come fosse un uomo allegro e poi piangente, non
           lo crederei così facilmente. Egli cominciò, col chiamare Amore sè
           o altra   persona,   a   interpretare   il   suo   sogno;   ma   che   non   ci
           mettesse,   di   sè   cosciente,   se   non   questo   principio
           d'interpretazione,   riesce   chiaro   dal   fatto   che   il   sogno   non   è
           costruito in modo da prestarsi a una interpretazione compiuta. Nel
           fatto che significava per Dante il sogno? che la fanciulla s'era
           innamorata di lui, avendo mangiato il suo cuore? così, dunque,
           come   interpretò   Cino,   o   qual   fosse   l'autore   del   sonetto
           Naturalmente chere? Questi dice:

                     Allegro si mostrava Amor venendo
                     a te per darti ciò che 'l cor chiedea,
                     insieme due coraggi comprendendo;


           20   Un nobile maestro di psicologia, a questo proposito dice: "Per quanto sia
              ancor tenebrosa la psicologia dei sogni nei loro rapporti colle provocazioni
              della   veglia,   si   può   ritenere   che   il   prodotto   intellettuale   di   origine
              esclusivamente fantastica, meno facilmente s'inquadra nella trama d'un
              sogno, come quello che dispiega minor relazione cogli stimoli sensitivi. La
              disposizione al sogno par più viva sempre rispetto al reale, di cui il sogno è
              una qualche trasformazione, che rispetto all'ideale di cui il sogno non è che
              continuazione, perchè l'ideale è appunto il sogno della veglia".


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