Page 22 - La mirabile visione
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dobbiamo interpretare come studium, cioè studio o amore che con
un lungo esercizio morale (per l'inferno e per il purgatorio, per
due settennati), movendo dalla fede (egli è mandato da tre donne
del cielo), conduce Dante avanti Beatrice, cioè alla sapienza. Così
"Dante va con Virgilio a Beatrice", significa "Dante diviene e poi
è filosofo". Ma prima è addotto a Matelda. Questa significa arte, e
andar con Virgilio a Matelda o all'arte, che per Dante è la poesia,
significa, diventare e poi essere poeta.
Ne esce ancora limpidamente il concetto generale della divina
Comedia, che è l'abbandono della vita attiva, provata invano nella
piaggia diserta, e l'adozione della vita contemplativa, le quale
consiste prima in un esercizio di vita attiva che disponga all'altra.
Così Dante, dopo il suo doppio esercizio settennale, è puro, e
perciò disposto alla contemplazione.
E sale con Beatrice.
Il lettore non mi creda mai di leggeri, ma nemmeno mi
condanni e mi respinga senza pensarci su, senza rileggere i passi
a cui lo rimando, di Dante o di Virgilio, senza dar sulla voce, se è
un Dantista, all'irrequieto amor proprio che vuol sempre ragion
lui. Pensi alla concordia dei singoli dati con l'intiera costruzione.
Sopra tutto rinunzi ai pregiudizi (che spero di mostrare al tutto
mal fondati) estetici, e non dica: Ma così Dante non sarebbe
bello! ma così Dante sarebbe mero teologo! ma queste sono vere
sciarade! questi sono propri indovinelli! Non dica codeste e simili
cose. Può darsi, ripeto, che, quando che sia, trovi (e per un uomo
d'intelletto non so qual rammarico possa esser maggiore) d'aver
fatto un gratuito oltraggio non a me, pover uomo davvero, ma
proprio proprio proprio a DANTE ALIGHIERI!
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