Page 27 - La mirabile visione
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e l'amorosa pena conoscendo
che nella donna conceputo avea,
per pietà di lei pianse partendo.
Amore si mostrava allegro, perchè concedeva così mercede
all'amorosa pena di Dante, e poi piangeva, perchè la donna
avrebbe avuta lei quest'amorosa pena? Dante dunque si sarebbe
poi dinegato a lei? Sarebbe stata la favola delle due fontane, alle
quali si beve, a vicenda, l'amore e il disamore? Dante avrebbe
detto: "Io sarò libero della mia pena, e quella che sino ad ora è
stata - dormente, involta in drappo, d'ogni pena fuore - la soffrirà
lei"? Non è possibile. Il libello non contiene, nè è impostato per
contenere, gli affanni della donna, sì quelli di Dante. O vogliam
dire che a lui fosse manifesto "lo verace giudicio del detto sogno"
qual fu manifestissimo dopo, che, cioè, esso preannunziasse la
morte della gentilissima? Checchè si voglia dire dei presentimenti
di Dante, è però impossibile ch'egli fabbricasse un sogno o una
visione, e la esponesse in un sonetto, per dire che la sua donna
sarebbe morta; e, di più, che ciò significasse col pianto d'Amore
dopo quel fiero cibo, quasi che l'amor di Dante la uccidesse.
Guido Cavalcanti interpretò meglio il sonetto (se bene
interpretiamo lui), e riuscì non ad altro che a mostrare che il
sogno non dà senso ragionevole, e perciò è vero sogno nel suo
fondo.
Di voi lo core ne portò, veggiendo
che vostra donna la morte chedea:
nodrì la d'esto cor di ciò temendo.
Quando t'apparve che sen già dogliendo,
fu dolce sonno ch'allor si compiea,
che 'l su' contraro la venia vincendo.
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