Page 17 - La mirabile visione
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fu precipua nell'ispirazione del poema. Dante in esso è un pius
vates (sesto del canone del limbo che diverrà nel gran dì un
Elisio), elevato dallo studio all'etere puro, dove è Matelda, ossia
la Musa invece di Musaeus; è di quei pii vates et Phoebo digna
locuti (esso afferma d'esser di questo novero, nel proemio del
paradiso), i quali abitano in boschi ombrosi, presso a ruscelli che
rinfrescano l'erba della loro ripa, in una grande boscaglia che
aulisce (inter odoratum lauri nemus), cantando il peana là dove,
per la selva, ricco di acqua si svolge l'Eridano. E alla foce
dell'Eridano, l'esule cantava il suo peana, sperando che poi egli
l'avrebbe cantato alla fonte (non dello Eridano, ma del battesimo:
oh! i mistici congiungono insieme idee ben più disparate), alla
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fonte, come quei grandi, cinto nivea... tempora vitta : "In sul
fonte del mio battesmo prenderò il cappello".
La selva odorata in tanto lo circondava. La divina Comedia è
là, nella pineta di Chiassi. È là, ammirabile e venerabile come la
tua basilica di Santo Apollinare in Classe... Ah! che io mi avvedo
di aver fatto un paragone che molta gente noterà con un
sogghigno! E dirà: Sappiamo, sì, che tu riduci la divina Comedia
a una basilica bizantina! Ebbene, rispondo io, voi, dunque, in
codeste basiliche non entrate? voi a Ravenna non ci venite?
Poveretti! Voi portate nell'anima un marchio di quelli che soli
restano a molti italiani, della scuola, la quale, languida e stinta in
altri insegnamenti, usa per due o tre parole il fuoco, e quelle, sì,
le imprime: Secentismo! Arcadia! Bizantinismo! Poveretti! E
poichè io trovo e noto in Dante il lume che non è lume ma è
tenebra, e la Speranza che non è in cielo ma in terra, e la morte
che è vita, e la vita che è morte, e simili, voi dite: Codesto è
bizantinismo; e siete lesti. All'interprete lanciate la ingiuria (che
tale è nel vostro pensiero) o al Poeta? Badate; chè il sasso può
passare sul mio capo e andare a ferire colui che aspetta a Trento!
Ma che discorsi sono codesti? Sì: Dante è un poeta mistico e
14 Aen. VI 640 sqq. Vedi in questo libro a p. 250 e sg.
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