Page 13 - La mirabile visione
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d'imperatore e protettrice della chiesa; o il nome storico della
           figlia di Beatrice interpretò egli etimologicamente, in modo da
           farne il convenevole appellativo della Musa? Il dubbio è lecito,
           sebbene più probabile sia questa seconda vicenda.
              E   così   è   tanto   probabile   che   tu,   o   Ravenna,   imperiale   e
           chiesastica, entri in qualche modo nella concezione della più
           geniale creatura di Dante. "Qui sarai poco tempo silvano" dice
           Beatrice a Dante: qui, cioè nella vita, che è una selva, oscura e
           paurosa per i più, divina e viva per Dante o per chi come lui s'è
           purificato e ha acquistato l'abito dell'arte gioconda. Nella vita;
           ma la vita di Dante trascorreva allora, e davvero per poco tempo,
           a Ravenna; e la pineta in sul lido di Chiassi fu il modello di
           quella divina e viva foresta. Dante fu silvano di Ravenna prima
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           d'essere  cive  di Roma . Nella Roma celeste era per essere con
           Beatrice: nella terrena Ravenna era con Matelda, con la Poesia,
           col suo poema, con l'Arte o la Musa, la quale egli a Ravenna udì
           finalmente cantare ed iscegliere fior da fiore.
              Chè la Comedia nacque nella tua selva, o Ravenna. La foresta
           dell'Eden somiglia, esso dice, alla pineta di Classe. Ebbene la
           selva con cui comincia il poema, è quella stessa foresta. L'una e
           l'altra sono antiche come il mondo; sono la vita. Dire, come dice
           Dante, che l'uomo, breve ora dopo la sua creazione, dalla foresta
           viva fu cacciato nella selva morta, equivale a dire che l'uomo, da
           vivo alla grazia, morì per il peccato. La sua vita era felice e
           facile; diventò oscura e paurosa: l'Eden si trasformò in un bosco
           selvaggio. Per non saper come spiegare codesta trasformazione,
           Dante ricorre all'idea del movimento: dalla foresta l'uomo venne
           alla selva; agli antipodi; e l'uomo dalla selva deve tornare alla
           foresta: ma si intende che resta sempre, guaggiù, finchè è silvano,
           nella medesima selva che è la vita. Ora se Dante s'ispirò alla tua
           pineta per descrivere la foresta, si ispirò anche alla tua pineta per
           ideare la selva. Chi sa? Forse ci si trovò in quei primi giorni

           7   Pur. XXXII 100 segg.


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