Page 9 - La mirabile visione
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se io non credo all'Augusto, credo però alla libertà; e credo che
Dante abbia pronunziata la parola che, o negli anni, o nei secoli,
o nei secoli de' secoli, sarà l'ultima parola della scienza e della
sapienza. Egli ha detto: "Gli uomini lasciati a sè stessi, liberi
dalla tirannide dei loro simili e pari, limiteranno da sè, in piena
libertà, la libertà di abusare di sè e degli altri, e così fiorirà la
giustizia e regnerà la pace". Che questo giogo soave della libertà
cui la cervice non sente, potesse o no imporlo un Augusto, non
monta ragionare: Dante poneva parallelo a questo concetto
politico o sociale, quest'altro concetto morale e psicologico:
"L'uomo non sarà felice se non quando, volendo volere, frenerà le
passioni dannose a sè e ad altrui, e se ne purificherà, e così sarà
nel tempo stesso libero e buono".
Ebbene se si fondono i due concetti, si avrà l'ultima parola
dell'umanità, parola così semplice che gli uomini la prendono a
sdegno e cercano affannosamente sistemi nuovi che non sono se
non vecchi inganni, creano fazioni nuove che non sono se non
vecchi guai, sognano illuminazioni nuove che non sono se non
vecchi incendi, non mai spenti e pronti sempre a divampare. Ma
la parola, quanto si voglia semplice e umile e senza raggi e senza
scoppi, sarà l'ultima perchè è l'unica. "L'umanità non sarà felice,
nella giustizia e nella pace, se non quando sarà libera; e
l'umanità non sarà libera, se non quando l'uomo si sentirà libero
non facendo se non il bene". Insomma Dante afferma che non c'è
questione politica o sociale al mondo, ma soltanto morale. E così
credo io. E credo con Dante che solvere la questione, quando che
sia, per questo verso, sia possibile; e non sia possibile se non per
questo verso: credo invero che l'uomo possa uscire dalla selva,
tanto è vero che in parte n'è uscito e ne esce; che possa vincer la
bestia, tanto è vero che l'ha qualche volta vinta e la vince; che
possa ascendere, tanto è vero che, poco o molto, è asceso e
ascende. Ascende, in virtù del suo discendere contemplando. Si fa
sempre migliore l'uomo, considerando con sempre più lucida e
perciò più ritrosa e rattristata e spaventata coscienza, l'abisso
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